Contestati i criteri e i parametri utilizzati per l’inserimento della Sicilia nella zona “arancione”. “Abbiamo preso in esame – ha detto l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza – tutti gli indicatori del documento. Istituto superiore della sanità e ministero della Salute si sono allarmati per due parametri l’indice dei positivi sui tamponi effettuati e il personale che riguarda contact tracking e il totale del personale sanitario, uno ogni 10 mila abitanti. La Sicilia ha un parametro di 1,2 persone ogni 10 mila. Il tempo medio da sintomi a individuazione è di due giorni, quando il minimo è di 5. Poi c’è l’indice Rt che in Sicilia è di 1.42 con ben sedici, tra regioni e province autonome, che hanno un dato più alto”.
Sui posti letto in Sicilia “si sono sbizzarriti tanti sciacalli – sottolinea Razza, minacciando querele -. Chi dice che non abbiamo posti letto eviti di farlo perché afferma un falso, commette un reato”.
“L’epidemia è in fase di crescita e va tenuta sotto controllo, ma da siciliani siamo feriti da un’attribuzione di un’area di rischio non legata a dati oggettivi”. Proprio questa settimana la Regione ha presentato il piano ospedaliero che prevede entro il mese di novembre la disponibilità di 3.600 posti letto dedicati a malati Covid in tutta la Sicilia, tra regime ordinario, terapia intensiva e sub intensiva.
“Si dice che il governo regionale ha ricevuto 128 milioni di euro da Roma per la sanità e non li ha spesi. Ma noi non abbiamo ricevuto un centesimo, e abbiamo realizzato l’ampliamento della rete intensiva e sub intensiva. Oggi tutte procedure sono state attuate e si partirà senza avere ricevuto un euro. Non siamo rimasti indietro neppure di un’ora”, conclude Razza.
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