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Home » L’angolo di don Diego » L’angolo di Don Diego: Papa Francesco e le coppie omosessuali: riflettere sul personalismo cristiano

L’angolo di Don Diego: Papa Francesco e le coppie omosessuali: riflettere sul personalismo cristiano

22 Ottobre 2020
in L’angolo di don Diego
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A proposito dell’attuale incandescente dibattito sulle recenti affermazioni di Papa Francesco, c’è da riflettere sul principio-cardine  del  personalismo cristiano.

C’è subito da premettere  che quella di Papa Francesco è una visione da inquadrare all’interno della tradizionale  Dottrina Sociale della Chiesa (DSC), dove il principio personalista è il cardine, in consonanza con il Credo in cui si dice che “per noi uomini e per la nostra salvezza” il Figlio di Dio si è incarnato,  è morto ed è  risuscitato per noi.

La nostra fede perciò ci illumina e sollecita sul fatto che la persona umana, amata e salvata da Gesù  di Nazareth, Figlio di Dio e Dio Egli stesso,  si realizza nelle varie relazioni di amore, di giustizia, di solidarietà con le altre persone.

In questa visione ogni persona, indipendentemente da tutto è immagine vivente di Dio, opera del Creatore.

Perciò avere l’accortezza di guardare sempre alla persona, prima di ogni eventuale e possibile aggettivo, “omosessuale” compreso o altro.

Nessun allarme, perché il matrimonio resta sempre quello tra un uomo ed una donna, legati da un patto indissolubile di amore  e reciproca fedeltà, come nel sapiente disegno di Dio.

Vedo che nel dibattito incandescente in corso, per sottolineare quest’ultimo aspetto, si è fatto ricorso anche al sillogismo, uno dei principi  della logica aristotelica così come rivista dalla filosofia scolastica, che impone di non potere mai trarre conclusioni più vaste  delle premesse. E quindi non fare dire a Papa Francesco quello che Egli non ha detto, nel suo unico desiderio di richiamare al principio cardine della DSC e della  nostra fede professata nel Credo.

E poi il cuore dell’insegnamento cristiano e cattolico ha guardato sempre all’uomo storico, che non è qualche cosa, ma qualcuno. Un essere  cioè capace di conoscersi, di possedersi, di donarsi liberamente e di entrare in comunione con gli altri.

A parte quanto detto in passato, più recentemente Papa Francesco aveva  detto: “Siamo tutti esseri umani, abbiamo dignità, se una persona ha una tendenza o un’altra, questo non toglie la sua dignità di persona“.

Ma nessuna confusione, solo la capacità di guardare più in alto e quindi puntare decisamente  al rispetto comunque per la persona concreta.

In questa sola ottica  capire  il pensiero di Papa Francesco quando, per  fare trionfare l’amore ragionevole,   adesso dice: “Le persone omosessuali hanno il diritto di essere in una famiglia. Sono figli di Dio e hanno diritto a una famiglia. Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo. Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.

Che non significa apertura ai matrimoni omosessuali e tanto meno dichiarazione della loro liceità.

Perché il matrimonio è una, cosa, la famiglia è solo quella formata da un uomo ed una donna che si giurano amore reciproco e fedeltà, aperti  anche a trasmettere la vita. Le unioni civili invece, sono frutto i una legge; e nell’impossibilità di trasmettere la vita, possono ben servire ad  una reciproca assistenza  fondata sulla sincera affettività reciproca,   “legalmente coperti” e non sentirsi quindi abbandonati (o addirittura disprezzati)  da Dio e dagli uomini, ma onorevolmente e legalmente  inseriti nella Comunità.

Mi rendo conto  delle difficoltà mentali ad accogliere questo messaggio a cui non si è preparati.  In questo senso la voce di Papa Francesco è da accogliere come una forte provocazione verso il traguardo  del rispetto verso la persona, verso cui bisogna comunque tendere, qualunque ideologia  e/o fede si professi.

Un messaggio davvero  francescano, a cogliere anche nell’ottica evangelica di Gesù che prega per la fede di Pietro. E quindi dei suoi successori nel ministero, perché, essi confermati nella fede, possano confermare i fratelli.

Diego Acquisto

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