Non sono mancati gli assembramenti davanti ai locali della “movida”, nel corso delle ore serali e notturne dell’ultimo fine settimana, a San Leone. Assembramenti segnalati un po’ ovunque, e accompagnati da una scarsa attenzione all’uso dei dispositivi di protezione. In pochi con la mascherina.
E in tanti a chiedersi perché nella località balneare di Agrigento tutto è concesso, mentre il Santuario di San Calogero deve rimanere chiuso.
Nessuno, proprio nessuno ha mai pensato di festeggiare San Calogero come sempre , ma la decisione del Comitato di chiudere le porte del luogo sacro, non accogliere i fedeli, e non benedire il pane, è sembrata troppo esagerata, e pesante rispetto alle scene viste a San Leone nelle ultime settimane.
Servirebbe una maggiore attenzione, soprattutto per la concomitanza dell’entrata nel vivo della stagione estiva, dove gli assembramenti, con decine e decine di giovani e giovanissimi “stretti” l’uno con l’altro, sono sotto gli occhi di tutti.
Tanti giovani arrivati anche dai comuni vicini della provincia, hanno dimostrato di non seguire le indicazioni sul Coronavirus.
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