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Anche a margine della morte di don Baldassare Meli, che tipo di  provocazioni pastorali per il Clero agrigentino

Redazione Di Diego Acquisto
27 Giugno 2020
in L’angolo di don Diego
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Anche a margine della morte di don Baldassare Meli, che tipo di  provocazioni pastorali per il Clero agrigentino

 

Proprio ieri, dopo mesi di sospensione per la pandemia, si è tenuto  un incontro di spiritualità al Seminario di Agrigento, con la partecipazione di una quarantina di sacerdoti delle foranie più vicine al capoluogo.

E mentre ritorna  in mente, soprattutto  qualche  spunto di riflessione dopo l’incontro di ieri, giunge  notizia  della morte di  don Baldassare Meli, parroco a Castelvetrano, ma nativo di Aragona nella cui Chiesa Madre il 4 aprile del 1971 era stato ordinato presbitero salesiano dall’allora  Vescovo di Agrigento  mons. Giuseppe Petralia.

Don Angelo Chillura attuale parroco-arciprete di Aragona nel comunicare la data dei funerali per lunedì prossimo nella parrocchia di S. Lucia a Castelvetrano, annuncia contestualmente  la celebrazione di una Santa Messa di suffragio anche ad Aragona, per questo figlio della terra aragonese,  “testimone coraggioso e fedele”, riservandosi di comunicare successivamente la data.

Coraggio e fedeltà hanno contraddistinto don Baldassare Meli SDB; un presbitero cioè   della famiglia salesiana che  ha largamente dimostrato queste doti nei 49 anni di sacerdozio, a favore soprattutto dei ragazzi poveri ed abbandonati, vittime della mafia e della pedofilia,  prima nell’Oratorio del quartiere di Ballarò a Palermo, nella Casa di Santa Chiara, gestita appunto dalla Congregazione dei Salesiani, e successivamente su una frontiera non meno difficile  a Castelvetrano, dove per i giovani si presentavano gli stessi problemi, magari con la differenza della quasi unica  accentuazione  della tentazione  mafiosa,  essendo questa la terra del latitante Matteo Messina Denaro.

In tutti i social, come è facile riscontrare non solo  adesso, ma da molti anni, don Meli,  viene descritto come un  prete  sempre pronto a dispensare a tutti gratuitamente conforto, coraggio, rifiuto della violenza, speranza , senza distinzione alcuna,  da buon salesiano, secondo lo spirito proprio di don Bosco.

Operando in realtà davvero molto problematiche e difficili, mai ha avuto paura di svelare anche  le realtà più raccapriccianti,   dove a danno anche dei minori operano orchi e orchesse, in un contesto di  squallore e di terrore.  Così, per esempio, per la sua opera pastorale all’Albergheria  si è resa possibile  quella colossale operazione  che ha portato all’arresto di tante persone per pedofilia,  compresi diversi familiari delle piccole vittime.

Il suo impegno poi per i profughi e rifugiati non ha bisogno di essere ricordato. A chi gli diceva che le  scelte che faceva erano  pazzia,  spesso rispondeva che nella Chiesa c’era “un altro pazzo che porta il nome di Papa Francesco” e quindi di sentirsi un buona compagnia.

Ma, a valutare l’operato di don Baldassare Meli sul terribile, delicatissimo fronte della pedofilia,  sicuramente  non pochi dei preti presenti all’incontro agrigentino di ieri, stanno ripensando all’episodio raccapricciante  a cui accennato ieri, il relatore don Francesco Vaccaro Notte,  ormai da diversi anni, esorcista.

Un episodio che sicuramente ha colpito per la crudeltà di quanto avvenuto e la terrificante croce che può capitare ad una creatura umana innocente, di cui solo Dio ed il diavolo possono essere a  conoscenza. E sicuramente Dio, con quella sua immensa e divina misericordia, che sfugge ad ogni legge umana, sia civile che ecclesiastica.

Una fanciulla che viene violentata dal fratello, rimanendo incinta, e quindi costretta contro sua volontà dalla madre ad abortire. Non solo ! la “madre” poi la caccia di casa , denunciandola alla pubblica opinione come “prostituta”.

Ci può essere una prova più grande, terrificante, assurda,  di questa per una creatura umana?

Anche se oggi  doverosamente, nel rispetto dei principi, si deve pensare ad un nuovo modo di vivere e praticare la  pastorale, sicuramente un caso più scabroso di questo, è difficile  immaginarlo.

Il che non può che sfidare e tormentare  la coscienza non solo dei pastori, ma di tutta questa nostra povera umanità.

Diego Acquisto

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