Gli avvocati scendono in campo, a Palermo, per ottenere il riavvio delle attivita’ giudiziarie. Il presidente del Consiglio dell’Ordine, Giovanni Immordino, ha firmato un appello indirizzato ai presidenti di Corte d’appello e Tribunale, Matteo Frasca e Salvatore Di Vitale, intitolato: “Si riprenda l’attivita’ giudiziaria”. Da martedi’ prossimo il periodo di chiusura, iniziato il 9 marzo, potrebbe essere prorogato, su decisione dei capi degli uffici, fino al 31 luglio, e Di Vitale, in particolare, in questi giorni di contatti con i rappresentanti degli avvocati, avrebbe manifestato l’intenzione di continuare a bloccare processi e udienze, per motivi di igiene e salute pubblica. I legali, gia’ in seria difficolta’ per i primi due mesi di stop, legati all’emergenza Coronavirus, segnalano “a gran voce l’esigenza di riprendere a pieno ritmo, sia pure con l’adozione di tutte le cautele necessarie per evitare la diffusione del contagio da Covid 19. Confidiamo – prosegue la nota – che i presidenti Frasca e Di Vitale, da sempre attenti al buon funzionamento della macchina giudiziaria e alla piena collaborazione con il Foro, emettano provvedimenti che non procrastinino oltre la denegata giustizia. Non e’ una richiesta corporativa per tornare a guadagnare, ma una difesa della liberta’ e della legalita’, che non possono continuare a essere sospese nel distretto di Corte d’appello di Palermo”, che comprende anche le province di Agrigento e Trapani. Immordino continua affermando che “tutta l’Italia con grandi sacrifici sta provando a ripartire. Giustissimo adottare tutte le misure anti-contagio, ma non si possono lasciare i cittadini senza diritto di difesa fino al 31 luglio. Anche su questo andrebbero raccolte le firme”. Quest’ultimo riferimento e’ all’iniziativa dei magistrati che, con una lettera sottoscritta da oltre 500 giudici togati e onorari, hanno chiesto modifiche al decreto legge che impone ai giudicanti civili la presenza fisica in aula e, nel penale, a tenere le udienze in presenza delle parti del processo, se un avvocato si oppone alla celebrazione da remoto. “Confidiamo – chiude Immordino – che altre scelte, che possono sembrare del tutto corporative, non prendano il sopravvento”. (AGI)
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp
