AgrigentoOggi
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio
No Result
View All Result
AgrigentoOggi
No Result
View All Result

Home » note ufficiali » Coronavirus, Cisl Fp: “Troppi uffici non applicano lo smart working, la Prefettura solleciti gli enti pubblici”

Coronavirus, Cisl Fp: “Troppi uffici non applicano lo smart working, la Prefettura solleciti gli enti pubblici”

Redazione Di Nonta Stampa
24 Marzo 2020
in note ufficiali
Share on FacebookShare on Twitter
Coronavirus, Cisl Fp: “Troppi uffici non applicano lo smart working, la Prefettura solleciti gli enti pubblici”
Il segretario generale Floriana Russo Introito: “La normativa parla chiaro, ma troppi applicano in maniera errata e forzatamente burocratica il lavoro agile. E’ necessario che tutti si impegnino per ridurre il rischio contagio”
________________________

 Applicazione dello “smart working”, il “lavoro agile” negli uffici pubblici, la Cisl Fp chiede al prefetto di Agrigento Dario Caputo di assumere le iniziative necessarie affinché le Amministrazioni “richiamino i loro dirigenti ad un’applicazione corretta delle norme in discussione, senza ottuse interpretazioni”.

A firmare una lunga nota indirizzata appunto al rappresentante del Governo è il segretario generale della Cisl Fp per le province di Agrigento, Caltanissetta ed Enna Floriana Russo Introito, la quale ha inoltre scritto a tutti i comuni, al Libero consorzio, agli uffici regionali, a quelli del Ministero della giustizia, del tesoro e dell’istruzione, oltre che all’Agenzia delle entrate, delle Dogane, all’Inps, all’Inail e all’Aci.

Nel documento si evidenzia come, nonostante il dilagare del Coronavirus anche in provincia di Agrigento, “molte Amministrazioni, ed in particolare i loro dirigenti, operanti come datori di lavoro, hanno insistito in atteggiamenti ottusamente burocratici, nell’attuare disposizioni normative di emergenza fuori dal comune, perdendo di vista il fine prioritario di tali norme che è la salvaguardia della salute pubblica costretta all’angolo da un virus violento, pericoloso ed a forte carattere diffusivo. Non è stato a loro chiaro – continua Russo Introito – che il lavoro agile è qualificato come ordinaria modalità di espletamento dell’obbligazione per tutti i lavoratori, tranne quelli che siano tenuti a svolgere funzioni essenziali che richiedano la presenza in ufficio”.

Nel dettaglio secondo il segretario Russo Introito “sono ancora tanti i dirigenti che applicano i maniera errata e forzatamente burocratica il lavoro agile, continuando a chiedere ai lavoratori di recarsi nelle sedi, senza avere prima individuato le attività indifferibili o, qualificando come tali, attività che non lo sono affatto”.

In particolare, ad oggi, non si ritiene “servizio indifferibile quello reso dai vari uffici del Libero consorzio dei Comuni, uffici chiusi al pubblico (quale pubblico poi in questo periodo?) ma presidiati da dipendenti che dovrebbero starsene a casa, da dove potrebbero agevolmente svolgere un miglior servizio. E ancora – continua -presso molti uffici comunali, regionali e finanche ministeriali, si ritiene di dovere mantenere in ufficio una o più unità per lo svolgimento di attività che non sono ‘indifferibili e che (non) richiedono necessariamente la presenza sul luogo di lavoro, anche in ragione della gestione dell’emergenza’ come recita l’art. 87 del d.l. 18/2020. Né è

conforme alla modalità di svolgimento del lavoro agile che i dirigenti chiedano che la prestazione lavorativa venga effettuata con le stesse regole del lavoro in sede, con orario d’ufficio e nessuna elasticità. Le norme sul lavoro agile sono semplici, facili da comprendere e basterebbe leggerle”.

Nel caso di dipendenti che per mancanza di attrezzature informatiche o per la specifica professionalità esercitata o esercitabile, non possono svolgere lavoro agile, dice la norma, dopo avere fruito di ferie arretrate e quant’altro, potranno invece essere esentati dal servizio, senza penalizzazioni retributive.

“In un’ottica di collaborazione e condivisione che in questi momenti obbligano tutte le forze in campo, istituzionali e sociali, ad essere unite per l’obiettivo comune della sicurezza e della salute pubblica – conclude Russo Introito -, siamo a completa disposizione per qualsiasi chiarimento. Non si tratta, come vorrebbe far intendere qualcuno, di permettere ai dipendenti pubblici di stare a casa a non far nulla, ma quanto piuttosto cercare di scongiurare ogni concreta occasione di diffusione del contagio, garantendo comunque nel contempo i servizi ai cittadini, che, così, sarebbero incentivati a rimanere a casa”.

Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp

Previous Post

Coronavirus, 46 casi in provincia di Agrigento. Guarito paziente di Sciacca. Restano ricoverati 11 agrigentini

Next Post

Coronavirus, proposta fondo di solidarietà arriva dal Consigliere Gramaglia

Testata iscritta al n.289 – Registro Stampa Tribunale di Agrigento in data 18 Settembre 2009 – Direttore Domenico Vecchio – P.I. 02574010845 – Copyright © 2009 – 2025 – [email protected] Iscrizione ROC n.19023

Per la tua pubblicità su agrigentooggi.it

Copyright © 2023

No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2025

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In

Add New Playlist

No Result
View All Result
  • Agrigento 2025
  • Editoriali
  • Valle dei Templi
  • Turismo
  • Scuola
  • Cinema
  • Cultura
  • Calcio

Copyright © 2025