“Ti ammazzo e faccio abortire tua figlia”. E’ una delle minacce rivolte a madre e figlia, da un vicino di casa, dopo aver fatto irruzione, con tanto di bastone in mano, nell’abitazione delle due donne. Quella incinta partorì qualche settimana dopo, e per lo spavento, le venne diagnosticata una paresi facciale. L’uomo avrebbe attuato il raid dopo la scoperta di escrementi del cane di proprietà delle due donne, davanti la porta della sua casa.
Sul banco degli imputati è finito Roberto Mangiavillano, 41 anni, di Agrigento, dopo la citazione diretta a giudizio, disposta dal pubblico ministero Chiara Bisso. Il processo è in corso di svolgimento davanti al giudice monocratico del Tribunale di Agrigento, Giuseppe Sciarrotta.
L’imputato, difeso dall’avvocato Daniele Re, è accusato di tentata violazione di domicilio, minaccia grave e lesioni come conseguenza di altro reato. Le due donne, di 69 e 35 anni, si sono costituite parte civile con l’assistenza dell’avvocato Fabio Inglima Modica. La vicenda è avvenuta il 19 novembre del 2018.
Mangiavillano si sarebbe arrampicato sul balcone, posto a piena terra, e dopo aver mandato in frantumi il vetro della finestra, avrebbe cercato di entrare dentro casa, non riuscendo per l’intervento di madre e figlia, che chiamarono il numero di emergenza. L’intervento della polizia evitò il peggio. Si torna in aula il 24 marzo.
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