Sono stati stati condannati a ventisei anni dalla corte d’assise di Agrigento presieduta da Wilma Mazzara i due torturatori di origine nigeriana che colpivano i migranti, in attesa delle partenze verso la terra promessa, all’interno delle prigioni in Libia.
I pubblici ministeri di Palermo, infatti, Gery Ferrara, Claudio Camilleri, Gaspare Spedale e Renza Cescon hanno chiesto 26 anni, durante il dibattimento in aula.
Sono due nigeriani di 44 e 26 anni e sono responsabili di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, sequestro di persona e violenza sessuale. Un terzo imputato e’stato invece assolto, scarcerato e verrà espulso.
Dai racconti dei testimoni, arrivati a Lampedusa due anni fa, emerge un quadro drammatico, inquietante: i guardiani della casa bianca,cosi erano chiamati i torturatori, erano sempre violenti : utilizzavano delle bottiglie che spaccavano in testa a chi tentava di reagire, picchiavano per qualsiasi motivo, era un campo di concentramento la casa sul lungomare di Sabrata, in Libia.
I due nigeriani hanno ammesso di essere stati nella casa bianca in Libia, ma hanno sempre negato di aver partecipato alle violenze.
Cibo, acqua e sapone erano a pagamento – ha raccontato uno di loro, era impossibile uscire e se provavi a farlo rischiavi la vita.
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