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Home » Cinema » Sesto episodio della saga “Terminator”

Sesto episodio della saga “Terminator”

Selene Bonsignore Di Selene Bonsignore
7 Novembre 2019
in Cinema
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Li abbiamo visti combattere prima nemici poi alleati per la difesa del genere umano, Linda Hamilton e Arnold Schwarzenegger, protagonisti dell’epico scontro tra uomini e macchine e ora sono tornati in Terminator- Destino oscuro, il sesto capitolo di quella saga che ha cambiato il modo di raccontare la fantascienza al cinema, e pare che dopo il flop degli ultimi due episodi, questo film, prodotto da James Cameron, aspiri ad essere più apprezzato.

Terminator- Destino oscuro è il sequel diretto dei precedenti due episodi, con gli stessi protagonisti, e si tratta di un film che fa i conti con la realtà e parla di donne forti. Linda Hamilton con i suoi 62 anni, infatti, interpreta il ruolo di un’esperta cacciatrice di androidi e difende una ragazza messicana e il suo personaggio, pare che non risenta affatto dell’età perché è davvero tosto.

Tuttavia, si sa che dopo il grande successo di un film, con i successivi non sempre è possibile raggiungere il livello del primo ed è così anche per questo episodio della saga che è senz’altro superiore alle ultime due pellicole, ma inferiore alle prime due del franchising, anche se con il ritorno di James Cameron come produttore della saga, il cattivo sapore lasciato in bocca dai precedenti flop si lenisce.

Per quanto Tim Miller- il regista- abbia cercato di dominare l’inerzia digitale cercando di trovare un posto per Mackenzie Davis e Linda Hamilton che, forse, sono la vera e unica sorpresa di Terminator- Destino oscuro, trasformandosi in due fantastiche eroine intergenerazionali, si sente la mancanza dei robot di un tempo.

Quanto ad Arnold Schwarzenegger, con i suoi 72 anni, una carriera da attore e da ex governatore della California alle spalle, è ancora credibile, seppure quella sfumatura autoironica tipica della sua personalità qui, forse, troppo accentuata, risulta essere poco gradevole. E’ meglio quando la sua presenza è avvertita come se fosse un’arma pesante da combattimento, come è sempre stato.

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