Resta in carcere Giuseppe Tabone, il 53enne imprenditore di Sambuca di Sicilia, condannato a 3 anni di reclusione, con l’accusa di favoreggiamento alla mafia, perché riconosciuto essere uno dei fiancheggiatori di Leo Sutera, “U prufissuri” , il 68enne, uomo d’onore di Sambuca di Sicilia, presunto capo provincia di Cosa Nostra agrigentina.
Il Gip del Tribunale di Palermo, ha rigettato la richiesta del difensore, l’avvocato Angela Porcello, con richiesta di scarcerazione anticipata per motivi di salute, o in subordine di scontare la restante pena, in regime di detenzione domiciliare, in un altro comune fuori di Sambuca di Sicilia, e con l’applicazione del braccialetto elettronico.
Tutte richieste che non hanno trovato accoglimento. Tabone ha già scontato un anno di carcere, dei tre complessivi da scontare.
“Preciso che nell’interesse di Tabone Giuseppe proporrò nei termini previsti appello ex art. 311 cpp al Tribunale della Libertà stante l’insussistenza delle esigenze cautelari, ma soprattutto la sproporzione tra la pena irrogata di anni tre e e quella scontata in fase cautelare di anni 1”, dice l’avvocato Angela Porcello.
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