Una condanna e otto assoluzioni. Questo il verdetto del collegio dei giudici del Tribunale di Agrigento, presieduto da Angela Wilma Mazzara, per l’inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento, sviluppata sulla latitanza di un boss ergastolano, fuggito nel 2010 dal carcere di Rebibbia. Si tratta di Cesare Genova, originario di Delia, a cui sono stati inflitti 5 anni e 6 mesi di reclusione.
Assolti i carabinieri Umberto Cavallaro, Giuseppe Federico, e Andrea Mirarchi (per alcuni capi di imputazione è intervenuta la prescrizione), i fratelli palmesi Francesco e Calogero Burgio, il romano Aurelio Nardella, e poi ancora Carmela Forte e il marito Vincenzo Noto, originari di San Biagio Platani, che avrebbero aiutato Genova nel periodo della latitanza. La vicenda risale al maggio del 2010.
Il boss di Delia, che aveva approfittato di un permesso premio, fu catturato il 14 luglio dell’anno successivo nelle campagne fra Canicattì e Campobello di Licata. I tre carabinieri, imputati, fra gli altri, avevano spiegato di non aver mai saputo, prima dell’arresto, chi fosse quell’anziano signore.
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