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Home » evidenza » Irregolarità al porto turistico, in 5 davanti al giudice

Irregolarità al porto turistico, in 5 davanti al giudice

Redazione Di Redazione
28 Aprile 2019
in evidenza, Licata
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A distanza di 10 anni dalla realizzazione del Porto turistico «Marina di Cala del Sole» di Licata, alcuni dirigenti e funzionari comunali, oltre all’imprenditore che ha realizzato il progetto ed al costruttore, rischiano il processo per alcune, presunte, irregolarità emerse in una inchiesta della Guardia di finanza. L’attività investigativa portata avanti dalle fiamme gialle del comando provinciale di Agrigento, ipotizza irregolarità nel mancato pagamento degli oneri di urbanizzazione da parte dell’impresa che ha costruito il porto turistico «Marina di Cala del Sole» e contestando agli indagati l’abuso di ufficio, il falso e abusivismo edilizio.

Il 9 maggio il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Agrigento deciderà. Sotto accusa il dirigente dei Lavori pubblici, Vincenzo Ortega, 58 anni; l’ex funzionario del settore Tributi, Andrea Occhipinti, 50 anni, la responsabile del Suap del Comune di Licata, Giuseppa Maria Pia Amato, l’imprenditore nisseno, Luigi Francesco Geraci ed il costruttore Bartolo Consagra, 43 anni, che chiederanno di essere processati con il giudizio abbreviato.

Ortega, secondo quanto ipotizzato dalla Procura, avrebbe intenzionalmente procurato all’imprenditore un ingiusto vantaggio patrimoniale consistente nell’indebito risparmio, in assenza dei presupposti oggettivi e soggettivi previsti dal Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia, rappresentato appunto dall’esonero dal versamento degli oneri concessori per un totale di circa 7,2 milioni di euro, con conseguente pari danno per il Comune. Ad Ortega vengono inoltre contestati i reati di falsità materiale e ideologica commesse in atti pubblici per avere falsamente attestato la sussistenza dei presupposti giustificativi dell’esonero, con l’aggravante di aver commesso il fatto per eseguire e occultare l’abuso.

L’articolo completo pubblicato sul Giornale di Sicilia

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