Alcuni hanno già preso residenza altrove, altri sono in procinto di farlo. Agrigento e la sua provincia lentamente si svuotano. In 5 anni come ricordano fonti di stampa locali, sono oltre 10mila gli agrigentini che sono andati a vivere lontano. Su scala regionale, la provincia di Agrigento è la prima pernumero di iscritti all’Aire: l’anagrafe degli italiani residenti all’estero. Sono 154.979 gli agrigentini, fra cui 72.418 donne, che hanno lasciato la terra d’origine e si sono trasferiti – la maggior parte dei quali per cercare lavoro – nei paesi dell’Unione Europea oppure in Brasile e Stati Uniti che, di fatto, tornano a prendere piede. Il 23,7 per cento degli agrigentini emigrati hanno dai 18 ai 34 anni, segue il 22,6 per cento che hanno un’età dai 35 ai 49 anni e il 20,6 per cento che hanno da 50 a 64 anni. Dei 154.979 agrigentini emigrati, il 50,4 per cento è celibe; il 3,1 è vedovo e il 2,3 per cento è divorziato.
I dati, riporta GDS, sono quelli del rapporto «Italiani nel mondo» della Fondazione “Migrantes”, organismo della Cei che si occupa del fenomeno delle migrazioni. E se al primo gennaio di quest’anno erano, appunto, 154.979 gli agrigentini iscritti all’Aire, nel 2012 erano invece 144.946.
Dopo l’Agrigentino, a livello siciliano, seguono Catania con un totale di 123.367 emigrati e Palermo con 121.741 iscritti all’Aire. La provincia siciliana con minore emigrazione è, invece, Ragusa con 29.645 iscritti all’Aire.
Ma non finisce qui. La regione è in preda a una vera e propria “Fuga di cervelli”, a lanciare l’allarme è la Cgil: «Dal 2002 persi 140mila residenti»
A lasciare la Sicilia sarebbero prevalentemente i giovani tra i 25 e i 35 anni. «Verosimilmente – prosegue la sindacalista – si tratta di singoli o coppie con livelli di istruzione medio alti, diploma e laurea, che dopo gli studi decidono di iniziare un nuovo percorso di vita in territori che offrono maggiori chance di lavoro». Nel 2005 sono state cancellate dalle anagrafi siciliane per altri territori quasi 32.500 persone, nel 2010, in piena crisi, le cancellazioni si sono ridotte a poco meno di 28mila, per risalire a oltre 36mila nel 2016. Al contrario di quanto avveniva nei decenni passati ad emigrare sono sempre più giovani laureati e diplomati. «I titoli di studio più alti – prosegue – rappresentano quindi un fattore di espulsione nella misura in cui il territorio natale non offre loro quelle opportunità in grado di rispondere alle loro aspettative. È evidente come l’emigrazione dalla Sicilia possieda tutte le caratteristiche di una emigrazione di cervelli».
Infine, i giovani universitari, che vivono una situazione definita emblematicadall’organizzazione sindacale. «Rispetto all’anno accademico 2016/17, si evidenzia un calo della popolazione universitaria di oltre 8.000 iscritti. Ma quello che balza più agli occhi è il numero di ragazzi che preferiscono frequentare l’università fuori dalla Regione. Su un totale di 155.271 studenti – conclude Pistorino -, 14.248 studiano negli atenei del NordOvest, 8.945 in quelli del NordEst, 19.210 in quelli del Centro e 7.010 negli altri atenei del Mezzogiorno».