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Home » evidenza » Giuseppe Catanzaro si è autospeso da presidente di Confindustria Sicilia

Giuseppe Catanzaro si è autospeso da presidente di Confindustria Sicilia

23 Maggio 2018
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Giuseppe Catanzaro si è autosospeso dalla carica di presidente di Sicindustria. E lo stesso ha fatto Rosario Amarù, che era vicepresidente regionale e leader dell’associazione a Caltanissetta. Al comando dell’associazione degli industriali arriva il palermitano Alessandro Albanese.

È il primo effetto dell’inchiesta Montante sugli equilibri nel mondo imprenditoriale. Catanzaro ha scelto una via diversa da quella di Montante, che resta presidente della Camera di Commercio di Caltanissetta e di UnionCamere malgrado sia agli arresti da 9 giorni. «A seguito dell’avviso di garanzia ricevuto e in attesa di un chiarimento che riguarda la mia persona – ha affermato Catanzaro – ho comunicato ai preposti organi dell’associazione la mia autosospensione. Come ho già detto – ha aggiunto Catanzaro – il mio obiettivo è adesso quello di fornire agli inquirenti ogni elemento utile per agevolare la ricostruzione della verità storica e assicurare, al contempo, serenità alle oltre 1.500 imprese e agli oltre 80 mila dipendenti che Confindustria rappresenta in Sicilia».

Catanzaro ha ringraziato il presidente nazionale Vincenzo Boccia «per il sostegno e la fiducia che non ha mai fatto mancare alla Sicilia». E rivolgendosi agli imprenditori si è detto certo che «potremo riprendere l’impegno che abbiamo dispiegato in questi mesi per sostenere le nostre imprese associate».

Nei giorni scorsi, senza tanto clamore, si era autosospeso anche Amarù. Sia Catanzaro che Amarù sono due degli imprenditori storicamente più vicini a Montante, entrambi indagati nella stessa inchiesta che ha portato l’ex vicepresidente nazionale di Confindustria agli arresti domiciliari. A Catanzaro e Amarù viene contestato soprattutto il finanziamento illecito (200 mila euro ciascuno) a Crocetta per la vittoriosa campagna elettorale del 2012 ma anche i reati di corruzione e abuso d’ufficio.

Catanzaro era stato eletto appena un anno e due mesi fa, succedendo proprio a Montante che in occasione del primo avviso di garanzia (per mafia) non si era dimesso da presidente regionale di Confindustria.

La scelta di Catanzaro, che era nell’aria fin dai primi momenti successivi alla notizia dell’avviso di garanzia, è nata dopo un confronto con i vertici nazionali di Confindustria. Tra l’altro stamani a Roma si celebra l’assemblea nazionale degli industriali ed erano in tanti ad attendersi che, malgrado non fosse annunciato, il caso Montante potesse irrompere nel dibattito.

Boccia ieri ha anticipato i tempi rilasciando una dichiarazione che invita a valutare con cautela l’inchiesta: «Ovviamente stiamo seguendo la cosa ma vogliamo con chiarezza difendere la lucidità del capire: non saremo nè giustizialisti nè giustificheremo nessuno». Boccia ha pronunciato queste parole all’assemblea privata di Confindustria, davanti a mille imprenditori. E ha aggiunto: «Auspichiamo che quanto prima si vada a sentenza. Noi non ci faremo prendere la mano dall’idea giustizialista di fare processi ancora prima che accadono».

Probabilmente anche per questa linea attendista Catanzaro ha scelto la via della sospensione preferendola a quella delle dimissioni. In attesa dei processi, Sicindustria si avvia così a una fase di transizione che è affidata a uomini che sono stati anche loro vicini a Montante ma che sono estranei alle inchieste. Le redini dell’associazione sono passate ad Alessandro Albanese che era già vicepresidente vicario. Attorno a lui resteranno tutti i presidenti territoriali (tranne Amarù che si è autosospeso da Confindustria Centro) e il presidente della Piccola Industria, Giorgio Cappello.

Nel frattempo però intorno al mondo delle imprese continuano le scosse di assestamento. Ieri i grillini hanno chiesto al presidente della Regione, Nello Musumeci, di «revocare immediatamente tutte le nomine fatte da Crocetta nei settori strategici dell’economia. Prima che la magistratura deve essere la politica e soprattutto chi oggi si trova a governare la Regione a dare risposte al sistema produttivo ed imprenditoriale siciliano». La richiesta dei 5 Stelle arriva dopo un incontro ieri all’Ars fra il deputato questore Salvatore Siragusa e i vertici di Unci e Unicoop, due associazioni che da giorni chiedono di sostituire soprattutto i vertici dell’Ircac.

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Tags: Catanzaroconfindustriamontante
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