PALMA DI MONTECHIARO. La Corte di assise di appello di Palermo ha ribaltato la sentenza di condanna a 21 anni di carcere a Giuseppina Ribisi, 46 anni, di Palma di Montechiaro, accusata di avere assassinato insieme al figlio, all’epoca minorenne, il cognato Damiano Caravotta, 26 anni, fratello del marito.
La Cassazione, un anno e mezzo fa, aveva annullato l’intera sentenza con rinvio disponendo un nuovo giudizio. Il difensore, l’avvocato Giovanni Castronovo, con riferimento alla condotta del ragazzo e della madre – quest’ultima avrebbe colpito il cognato con un bastone – aveva parlato di “due azioni distinte che non possono integrare una condotta di omicidio e che vanno valutate con maggiore attenzione”.
Secondo i giudici di primo grado e quelli del primo processo di appello, invece, pur avendo sparato il solo ragazzo la madre aveva concorso nell’omicidio in quanto fra loro vi sarebbe stato un accordo, seppure estemporaneo.
L’episodio è avvenuto l’11 maggio del 2011. Il ragazzo ha confessato l’omicidio, che sarebbe scaturito da banali contrasti economici facendo ritrovare anche l’arma. Lui stesso aveva detto, pur spiegando che i colpi erano partiti accidentalmente e che non aveva intenzione di ucciderlo, di avere fatto tutto da solo, sparando allo zio mentre la madre teneva in mano una mazza da baseball e lo picchiava. Per il ragazzo la condanna a 10 anni è definitiva da tempo.
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