Le immagini dell’hotspot di Lampedusa.
Condizioni drammatiche di vita e sistematiche violazioni dei diritti umani. È la situazione riscontrata all’interno dell’Hotspot di Lampedusa da una delegazione composta da avvocati, ricercatori e mediatori culturali della CILD – Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili, dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) e di IndieWatch che nei giorni scorsi si sono recati sull’isola ed hanno raccolto numerose testimonianze di migranti ospitati nel centro, ben oltre il termine di legge, anche da oltre due mesi.
“La nostra delegazione – si legge nel comunicato stampa – ha potuto appurare come nell’hotspot non esista una mensa e il cibo, che gli ospiti devono consumare in stanza o all’aperto, sia di scarsissima qualità; i water alla turca e le docce sono senza porte ed i materassi sporchi e malmessi.
Difficoltà esistono poi nel formalizzare le domande di protezione internazionale e ai richiedenti asilo non viene rilasciato alcun titolo di soggiorno, cosa che impedisce agli stessi di lasciare l’isola e li costringe a vivere nell’hotspot anche per diversi mesi. Tutto ciò avviene nonostante queste strutture fossero pensate per fotosegnalare i migranti entro pochissimo tempo dal loro arrivo“.
La visita è avvenuta pochi giorni prima dell’ultima protesta: non è una novità che la tensione nel centro/prigione sia sempre molto alta e che la rabbia sia diffusa, del resto le condizioni indegne in cui si trova l’hotspot e la forte limitazione della libertà a cui sono sottoposte le persone erano note fin dalla sua apertura e denunciate in molti appelli da tante organizzazioni.
“L’impossibilità di lasciare l’isola aggrava la condizione degli ospiti, tanto più per quelli che hanno manifestato la volontà di richiedere asilo che, infatti, potrebbero spostarsi liberamente sul territorio italiano, ma l’inadempienza della pubblica amministrazione che non rilascia il permesso di soggiorno per richiesta asilo, determina una grave lesione del diritto all’autodeterminazione, alla libera circolazione e alla libertà personale di tutti.
A destare particolare preoccupazione sono poi le condizioni di sicurezza praticamente inesistenti che determinano una gravissima lesione dei diritti fondamentali dei nuclei familiari e delle persone più vulnerabili, in particolare dei minori (accompagnati e non) che si trovano a condividere spazi con cittadini adulti, per la maggior parte di genere maschile“.
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