Troppo lunghi i tempi della burocrazia. Viadotti e strade chiuse o pericolose. Riapre Petrulla ma per il Viadotto Akragas serviranno almeno tre anni.
Tra viadotti chiusi perchè ritenuti pericolosi e ponti da rifare, Agrigento e provincia, stanno vivendo uno dei momenti più tristi della viabilità. Un paradosso, se ricordiamo che è stata finalmente ultimata la SS 640. Un paradosso se pensiamo al rifacimento della “Passeggiata Archeologica” di colore giallo (che già comincia ad annerirsi). Eppure le altre strade statali del territorio agrigentino sono pericolose: svincoli fatti male, spesso assenza di corsie di accelerazione, segnaletiche carenti, asfalto viscido, buche e incroci ai limiti del codice della strada. La fotografia dell’asse viario del territorio è sicuramente preoccupante, lo testimoniano i continui incidenti, lo confermano i tanti viadotti chiusi o addirittura demoliti come nel caso del ponte Petrusa. Questi ultimi, come ricorda il Gds con un articolo pubblicato domenica mattina, sono chiusi ormai da mesi.
Nessun passo in avanti invece per il Viadotto Akragas. L’importante arteria rimane chiusa con gravi disagi per la viabilità. Adesso la riapertura, come scrive il Gds, rischia di slittare addirittura ai prossimi tre anni. Nel frattempo Agrigento è nel caos. Basta osservare quanto accade al mattino lungo i principali collegamenti cittadini per rendersi conto di quanto sia aberrante e intollerabile la prospettiva che ciò si protragga per altri 3 anni. Ma i tempi della burocrazia, purtroppo sono lunghi.
Petrusa ancora alla fase espropri – L’Anas Sicilia, si starebbe occupando del progetto per la costruzione del nuovo viadotto Petrusa, che collega Agrigento con Favara, approvato il 6 novembre del 2017 per un importo complessivo di 3,5 milioni di euro. L’Anas è pronta ad espropriare quelle porzioni di terreno che servono per la ricostruzione del viadotto Petrusa. Tutti gli atti relativi al progetto dell’opera sono depositati al Comune e all’ufficio Espropri del coordinamento territoriale Sicilia, con sede in viale De Gasperi a Palermo, dove potranno essere visionati nei giorni e negli orari di ricevimento al pubblico. Per 30 giorni (a decorrere dal 24 febbraio 2’18) –a pena di decadenza –gli eventuali portatori di interessi privati o pubblici, individuali o collettivi, – scrive Anas – potranno far pervenire al responsabile del procedimento, all’ufficio Espropri del coordinamento territoriale, le proprie osservazioni: idonee memorie scritte e documenti a mezzo raccomandata. Incartamenti che saranno valutati dalla società, qualora pertinenti al procedimento”.
Notizie diverse dal versante licatese. E’ stato completato infatti il collaudo del viadotto Petrulla, il ponte crollato nel mese di luglio del 2014 che ha causato la chiusura della statale 626 che collega la città di Licata con l’entroterra siciliano. Manca solo la data ufficiale del taglio del nastro che avverrà entro la prima decade del mese di marzo e per l’occasione sarà presente in prossimità del ponte crollato e ricostruito, il presidente della Regione, Nello Musumeci.
Sul fronte responsabilità non si capisce ancora chi deve pagare per tutto questo. Insomma, cadono i ponti ma non si riesce a capire perché cadono. È tutto qui il paradosso in cui pare sprofondare, sempre più spesso ormai, la rete stradale del nostro Paese.
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