Oggi 25 novembre ricorre la giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Cosa vuol dire Violenza contro le donne e cosa sta facendo il nostro Paese per combatterla? Nella risoluzione ONU n. 54/134 del 17 dicembre 1999 viene precisato che si intende per violenza contro le donne “qualsiasi atto di violenza di genere che si traduca o possa provocare danni o sofferenze fisiche, sessuali o psicologiche alle donne, comprese le minacce di tali atti, la coercizione o privazione arbitraria della libertà, sia che avvengano nella vita pubblica che in quella privata”. L’Italia aderisce alla Convenzione di Istanbul e pertanto è obbligata a creare servizi di protezione e supporto per contrastare la violenza contro le donne, come ad esempio, un adeguato numero di rifugi, centri antiviolenza, linee telefoniche gratuite 24 ore su 24 (il numero 1522 oltre al 112 dell’arma), consulenza psicologica e assistenza medica per vittime di violenza. Il trattato invita inoltre le autorità a garantire l’educazione all’uguaglianza di genere, alla sessualità e alle relazioni sane.
In questa giornata di riflessione l’appello del consigliere comunale di Agrigento, Roberta Zicari, “ è di tenere sempre accessi i riflettori sul fenomeno che continua ad avere numeri allarmanti (più di 100 donne uccise per femminicidio nel 2022 in Italia), a non dimenticare né le nostre sorelle iraniane che stanno subendo una durissima repressione dopo la morte di Mahsa Amini, la giovane uccisa per aver messo male il velo, né tutte le donne di quei Paesi come la Turchia o la Polonia, che non accettano la Convenzione di Istanbul reputandola non in linea con il Governo. Infine, voglio denunciare il fatto che in Italia manchi un piano di insegnamento curriculare nelle scuole sul rispetto delle relazioni ed educazione sessuale. Se vogliamo davvero mettere fine al fenomeno, oltre a normative penali ad hoc, dobbiamo lavorare sulla cultura e sull’educazione dei giovani. Dobbiamo sdradicare una mentalità macista e prevenire l’insorgenza di fenomeni di violenza, non solo punirli. Al neo Assessore regionale Albano- conclude- a cui vanno i miei migliori auguri per questo nuovo incarico, la preghiera di mettere in agenda, come priorità, l’inserimento di corsi di educazione relazionale e sessuale nelle scuole siciliane.”
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