Venti anni fa il comune di Agrigento aveva chiesto la restituzione di oltre 22 milioni di vecchie lire a un proprio funzionario per compensi aggiuntivi. Ma oggi è lo stato a risarcirlo con oltre 11.000 mila euro di indennizzo per l’eccessiva durata del relativo processo che lo aveva visto coinvolto. Il Tribunale di Agrigento, dopo ben ventidue anni di giudizio, ha accolto il ricorso proposto nel lontano 1999 da un ingegnere, funzionario dell’U.T.C. del Comune di Agrigento, con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Mario La Loggia, riconoscendo allo stesso il diritto a trattenere il compenso aggiuntivo corrispostogli dall’amministrazione comunale a seguito della nomina ad ingegnere capo dei lavori di completamento e separazione della rete fognaria del Comune di Agrigento. Con la pronuncia, è stata di fatto riconosciuta la legittimità del compenso percepito dal funzionario comunale per l’espletamento dell’incarico svolto, non trovando applicazione il principio di onnicomprensività della retribuzione in ragione della diversità e della estraneità delle mansioni svolte rispetto a quelle ordinarie di ufficio allo stesso attribuite in base alla categoria di inquadramento. Ottenuto questo, l’ingegnere, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Carmelinda Gattuso, si è rivolto alla Corte d’Appello di Palermo per ottenere l’indennizzo riconosciuto ai sensi della cosiddetta “Legge Pinto”, per l’eccessiva ed irragionevole durata del giudizio che lo aveva visto coinvolto e definito, nel caso di specie, dopo ben ventidue anni. La Corte di Appello di Palermo ha accolto la domanda riconoscendo oltre 11 mila euro di indennizzo.
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