Marcello dell’Utri è intenzionato a donare parte dei 30 milioni ricevuti da Silvio Berlusconi, per creare una biblioteca nel Parco archeologico della Valle dei templi. Tramite il Corriere della Sera, ha fatto sapere la biblioteca nella Valle conterrà libri di letteratura siciliana. Si tratta di un “dono anche del mio amico Silvio per Agrigento Capitale della Cultura 2025”, ha detto. Promettendo che sarà pronta per il 2025, ha fatto sapere che la biblioteca si chiamerà “Utrania” e sarà costruita a trecento metri dal Tempio della Concordia. “Servirà per ricercatori e per i turisti ai quali raccontare il meglio di quest’isola” ha detto Dell’Utri al Corriere.L’ipotesi ha scatenato polemiche. Intervengono ARCI Sicilia ed ARCI Agrigento:“Appare discutibile il silenzio delle Istituzioni che hanno competenza sul Parco Archeologico della Valle dei Templi a seguito della notizia diffusa dalla stampa della possibile realizzazione di una biblioteca nell’area archeologica di Agrigento promossa dall’ex senatore Dell’Utri. L’annuncio, reso pubblico in questi giorni, parla addirittura di un progetto su cui si lavora da un anno e che prevederebbe perfino l’inaugurazione in pompa magna in occasione delle celebrazioni di Agrigento capitale della cultura- si legge nella nota-,Vogliamo sperare si tratti di una uscita improvvida dell’interessato e che nessuna delle Istituzioni culturali interessate abbia assunto scelte definitive in tal senso. Nella Sicilia dalle mille contraddizioni, nella città scelta come capitale della Cultura, sarebbe davvero un brutto segnale affidare uno spazio pubblico culturale d’eccellenza a una persona condannata in via definitiva a 7 anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa e che mai ha preso le distanze da quel passato per cui è stato condannato, proprio all’interno di quella stessa Valle ricca di storia, dove trent’anni fa risuonò l’anatema di papa Wojthila contro i mafiosi e in un territorio dove sono nati e cresciuti i giudici Livatino e Saetta, Accursio Miraglia, Vincenzo Di Salvo e tante altre vittime della mafia”.
Netta anche la presa di posizione del presidente del circolo “Rabat” di Legambiente Daniele Gucciardo. “Generalmente – dice – le biblioteche si intitolano a personaggi che hanno promosso la crescita culturale di una comunità, di una nazione o perfino dell’umanità, che hanno dimostrato, cioè, di amare ciò che c’è scritto dentro i libri. Dell’Utri non lo ha ancora dimostrato, è solo un bibliofilo: ama libri come oggetti da collezionare in modo feticista e spericolato – tanto che a Napoli non si accorse che i libri da lui acquistati erano stati trafugati dalla biblioteca Girolami. Per dimostrare di aver fatto tesoro dei suoi e di altri libri, Dell’Utri dovrebbe rinnegare la mafia e il fascismo e restituire i libri a Napoli.”“Il solo fatto di aver pensato e proposto di dedicare una biblioteca nel Parco archeologico della Valle dei templi a Marcello Dell’Utri, condannato a sette anni per il concorso esterno in associazione mafiosa, è assurdo oltre che eticamente e moralmente incompatibile”. Così, in una nota, Vincenza Rando, senatrice del Partito democratico e responsabile Legalità, Trasparenza e Contrasto delle mafie della segreteria nazionale”.
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