Villaggio Pirandello senza acqua: “Così ci fate chiudere”
Accade in contrada Cumbo, nella zona del villaggio Pirandello ad Agrigento, dove da oltre dieci giorni l’erogazione idrica è praticamente assente. A nulla sono valsi i turni annunciati, le segnalazioni agli uffici e le richieste d’intervento: i rubinetti restano asciutti. Tra i tanti cittadini coinvolti, c’è chi si è trovato in difficoltà non solo nella gestione domestica, ma anche nel garantire servizi essenziali all’interno di una struttura ricettiva. È il caso di Alex, operatore turistico locale che racconta un disagio ormai diventato insostenibile. Non è un episodio isolato ad Agrigento, ma l’ennesimo segnale di un sistema di gestione che mostra crepe evidenti. Scarsa distribuzione dell’acqua e turni che saltano sono parole ormai familiari per i residenti, costretti a convivere con disservizi sempre più frequenti. Le zone periferiche, come il villaggio Pirandello, sembrano pagare il prezzo più alto.
Molti puntano il dito contro l’Aica, l’ente gestore, accusato di ritardi, inefficienze e poca chiarezza nella comunicazioneai cittadini. E contro Aica punta il dito Alex: “L’acqua è arrivata nella mia struttura ricettiva per tre ore, l’ultima volta, il 23 maggio, ma la pressione era talmente bassa che sono riuscito a raccogliere appena 1500 litri”. Un quantitativo insufficiente per coprire il fabbisogno di ospiti e personale. “Ho dovuto ricorrere a un’autobotte, pagando 60 euro per 3500 litri. E nel frattempo continuo a ricevere bollette con costi salati, perché le spese fisse restano anche quando il servizio non viene erogato”.
Alex ha cercato ripetutamente di contattare gli uffici Aica. “Sono andato cinque volte per chiedere erogazione. Mi hanno detto che sarebbero venuti, ma non si è presentato nessuno. Mi hanno assicurato che, avendo una struttura ricettiva, avrei diritto all’autobotte gratuita. Ma non è mai arrivata”.
I problemi non finiscono qui. Alex racconta di turni idrici comunicati e poi puntualmente disattesi: “Mi hanno detto che avremmo ricevuto l’acqua giovedì. Niente. Poi venerdì. Ancora niente. Domenica? Nulla anche quel giorno. E ora ho scoperto che nella prima settimana di giugno non è prevista alcuna distribuzione nella nostra zona”. Un continuo rimbalzo di promesse non mantenute, che rende la situazione ancora più frustrante. “Qui ci sentiamo presi in giro”, aggiunge. “La mia attività rischia di andare in crisi, ma a nessuno sembra importare”.
Nel frattempo, i residenti del villaggio Pirandello cercano di restare uniti. Un gruppo WhatsApp è diventato il punto di riferimento per segnalazioni e aggiornamenti. “Ci scriviamo, ci aggiorniamo, condividiamo le nostre esperienze. Ma soprattutto ci sfoghiamo. Siamo tutti molto arrabbiati”, racconta Alex. La chat è diventata una sorta di diario collettivo del disagio. C’è chi segnala l’ennesimo giorno senz’acqua, chi pubblica le bollette da pagare, chi racconta di anziani costretti a lavarsi con bottiglie d’acqua minerale. Un mosaico di storie accomunate dalla stessa indignazione.
In una situazione del genere, molti si chiedono dove finisca il diritto del cittadino e dove inizi l’obbligo del gestore. “È una questione di giustizia, prima ancora che tecnica”, commenta un altro residente. Lamentele anche per la scarsa comunicazione, per l’assenza di risposte concrete, per l’inefficienza del servizio di assistenza. “Ogni volta che vai in ufficio, ti promettono un controllo. Ma poi non succede nulla”, afferma Alex. A qualcuno che è andato personalmente negli uffici, hanno risposto che bisogna mandare una pec piuttosto che raggiungere gli uffici. La sensazione diffusa è quella di un abbandono sistematico, in cui il cittadino non è più utente ma solo un numero su una bolletta.
Ma cosa prevede la legge in situazioni simili? In casi di emergenza idrica prolungata, i gestori hanno l’obbligo di attivare misure straordinarie: autobotti, distribuzioni mirate, riduzioni in bolletta. E i cittadini possono presentare reclami formali, che devono essere evasi entro tempi certi. “Non vogliamo privilegi”, conclude Alex. “Vogliamo soltanto l’acqua. È un nostro diritto, ed è la base per vivere con dignità”. Ad Agrigento, Capitale della Cultura, secondo il primo cittadino arriveranno due milioni di turisti. Ci sarà acqua sufficiente per i residenti e per gli ospiti?
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