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Home » Turismo » Turismo ad Agrigento questo sconosciuto

Turismo ad Agrigento questo sconosciuto

Redazione Di Elio Desiderio
3 Agosto 2021
in Turismo
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Ma siamo sicuri che ad Agrigento è ancora possibile parlare di turismo? Eh si, perché a parte le lodevoli iniziative puramente private, non sembra che ci siano le capacità o per essere meno cattivi le competenze, da parte di chi è preposto in maniera quasi naturale alla organizzazione di un comparto che dovrebbe funzionare come un orologio svizzero. Agrigento potrebbe vivere quasi di solo turismo alla stregua di Lampedusa ad esempio che da sola, fa numeri che superano tutti gli altri restanti comuni della provincia messi insieme. Ma Lampedusa è una storia a parte, lì hanno un aeroporto mentre ad Agrigento di aeroporto se ne è solo parlato tanto. Come dimenticare i diversi presidenti di provincia e pure qualche sindaco, eletti grazie alla vana promessa di uno scalo aeroportuale che servisse la città dei templi. Ma oggi serve a poco parlare del passato anche se magari potrebbe essere utile per fare una ovvia riflessione e capire se tante volte, la storia stesse per ripetersi.

Agrigento sembra che viaggi con almeno un trentennio di ritardo e questo, è il risultato più deprimente. Rimanere ancorati a soluzioni vetuste e prive di logica serve solo a organizzare male qualsiasi cosa. Oggi ad esempio, a nulla o quasi stanno servendo le molteplici riunioni della consulta del turismo, che dovrebbero essere propedeutiche per un sano sviluppo legato soprattutto al turismo. Non è che siano state fino ad oggi poco importanti ma piuttosto, non stanno risultando essere appunto, propedeutiche. Per meglio capirci, quando si deve organizzare e pianificare qualcosa, ci sarebbe bisogno di una programmazione che però preveda anche tutta una serie di effetti collaterali che nella fattispecie, dovrebbero servire a creare quell’indotto naturale che faccia trarre benefici a quante più attività è possibile. Queste brevi quanto quasi iconiche e leggermente ironiche considerazioni, non sono una critica rivolta a un politico piuttosto che a personaggi più o meno importanti della città e che spesso determinano l’andamento cosiddetto lento ma piuttosto, vorrebbe essere un modo abbastanza diretto per dire ad esempio, organizzatevi meglio.

Oggi c’è bisogno di una programmazione diversa, più attenta; più logica cercando e pretendendo l’interazione delle eccellenze della imprenditoria locale. Organizzare senza programmare accontentandosi di qualche evento non inserito in un progetto a lungo termine, a cosa serve. Portano solo a un depauperamento al limite della decenza di risorse, soprattutto economiche. Ma allora cosa si dovrebbe fare. Semplice: cambiare mentalità; usare delle logiche meno legate al passato, quel passato che ci ha portato a essere chi siamo e come siamo. Agrigento meriterebbe una organizzazione diversa; una pianificazione nuova; un modo di progettare moderno rivolto al futuro ma qui, dovrebbero ad esempio, entrare in gioco i giovani ma quelli eruditi però non giovinastri tanto ignoranti quanto presuntuosi, capaci solo di imitare goffamente chi li ha preceduti.

Quanti sono i giovani che fuori dalla loro terra primeggiano, fanno i manager e i capitani di industria. Gente costretta ad andare via, perché qui non c’era spazio per loro. Stiamo pian piano e quasi inevitabilmente quasi senza accorgercene perdendo terreno e l’oblio nel quale si è abituati a vivere porta a una noiosa e inevitabile assuefazione e non certo alla crescita. Ma chi può dare le giuste soluzioni, le opportune indicazioni. Sempre loro: i giovani che conoscono bene i meccanismi che porterebbero Agrigento ad essere inserita in circuiti internazionali. Questo breve quanto inutile scritto, sarà l’ennesimo sasso lanciato in un mare di supponenza e indifferenza; una indifferenza che è tipica di un popolo arreso e senza stimoli, un popolo abituato a sottostare passivamente alle regole dettate dalla politica e da una falsa imprenditoria assistita e quindi incapace di essere autonoma e autosufficiente. Siamo destinati a vivere così, senza nessuna possibilità di crescita credendo che possa bastare di avere alle spalle una storia importante. Si è vero, Agrigento ha una storia importante alle spalle ma la hanno fatta uomini che non ci sono più e vivere di ricordi, serve veramente a poco. Elio Desiderio

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