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Home » dalla città » Troppi silenzi ed indifferenza sulla Cattedrale provocano grande amarezza

Troppi silenzi ed indifferenza sulla Cattedrale provocano grande amarezza

7 Settembre 2017
in dalla città, L’angolo di don Diego
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DIEGO ACQUISTO
Amarezza espressa dal Cardinale Francesco Montenegro secondo il suo stile, nella maniera più semplice e chiara, senza possibilità di equivoci. Ed è avvenuto proprio ieri, memoria liturgica della Dedicazione della Basilica Cattedrale S. Gerlando, nel corso dell’omelia della concelebrazione, che, come programmato, si è svolta all’aperto, sul sagrato della navata sud della Cattedrale.
Ha esordito dicendo che sin dall’inizio del suo servizio alla Chiesa Agrigentina aveva espressamente detto di sognare “una Chiesa senza pareti e senza tetto”, ma non avrebbe mai potuto immaginare una situazione così avvilente come quella che si sta vivendo di sentire promesse e solo promesse parolaie, mentre le crepe si dilatano, i pavimenti cedono, i marmi si spaccano. Ed il chiaro riferimento è alla situazione della Cattedrale, vittima come dicevamo nel nostro precedente servizio proprio della politica parolaia che in Italia, – ( e lo si tocca con mano anche in Agrigento !) – la fa da padrona.
Ecco le parole precise del Cardinale: “ Vedo le crepe diventare evidenti, il pavimento abbassarsi, i marmi spaccarsi. Se dovesse accadere l’irreparabile e se non fosse una cosa grave, ci sarebbe da ridere. Già mi immagino il ballo dello scarico delle responsabilità. Sarà un gioco puntare il dito l’uno contro l’altro tra chi aveva delle responsabilità. Ma la cosa che mi fa più male è l’indifferenza degli Agrigentini a riguardo.
Senza volere creare inutili allarmismi, il Cardinale ha pure – a nostro giudizio – leggermente ironizzato, ipotizzando il caso estremo– (“Dio non voglia !”) – che succeda l’irreparabile ! Mentre il meccanismo elettronico piantato nel sito ufficiale web della diocesi, già ieri segnava“6 anni, 6 mesi, 10 giorni, ecc.… ore, … minuti, … secondi….” di inutile, infruttuosa attesa, anche per il minimo intervento concreto, almeno di una messa in sicurezza.
Nel caso, espressamente, don Franco con quella efficace semplicità che affascina e colpisce – come è facile notare – ha voluto parlare dello scarico di responsabilità che si verificherebbe sui mass media, in cui i vari responsali ai diversi livelli, ognuno per la sua parte , ( forse anche con qualche magro successo!), sicuramente punterebbe il dito sull’altro, in una catena tanto vergognosa quanto inefficace di parole su parole, per non dichiararsi responsabile del disastro.
Ed a questo punto il Pastore della diocesi agrigentina ha chiamato in causa la coscienza dei fedeli, per la sua missionarietà, per il suo dovere di cittadinanza attiva, “mentre la corruzione in questo nostro territorio cresce”.
Ed avviandosi alla conclusione ha ammonito: “Attenti svegliamoci tutti….non cerchiamo il Paradiso restando comodamente seduti,…mentre il senso di morte e di indifferenza avanza!”.
E proprio alla conclusione, alcuni pensieri di una gradita lettera di Papa Francesco…una lettera recente in cui il Papa incoraggia il Pastore della Chiesa Agrigentina “a porre tutte le risorse umane, materiali e spirituali a sostegno di quanti si trovano in situazioni difficili e gravose”.
Non solo ! Il Papa in tono affettuasamente confidenziale dice a don Franco: “Assicuro ricordo per le tue necessità e mentre ti chiedo di pregare per me ti invio apostolica benedizione e a quanti sono affidati alle tue cure episcopali”.
Il commento finale del nostro Pastore impegna tuta la Comunità Cattolica Agrigentina, perché dice: “Non è soltanto un augurio quello del Papa … è un impegno che ci dà e un impegno lo si deve vivere per non tradire le aspettative di chi l’ha dato”.
Mi pare proprio che, anche solo da queste pennellate che abbiamo ripreso dal nostro taccuino, ce ne sia abbastanza per riflettere, perché ognuno si dia una scossa personale, faccia la sua parte e subito, senza perdere altro tempo, secondo il proprio ruolo !
Diego Acquisto

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