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Home » Altro » Tante opere incompiute nell’agrigentino, la Cgil: “Rilanciare l’edilizia”

Tante opere incompiute nell’agrigentino, la Cgil: “Rilanciare l’edilizia”

31 Luglio 2017
in Altro
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Rilanciare il settore dei lavori pubblici e favorire gli interventi privati per “ossigenare” il settore dell’edilizia che oggi sta vivendo un periodo di forte crisi. E’ la ricetta della Cgil che tramite il segretario provinciale, Massimo Raso, lancia un assist ai politici per mettere in atto delle azioni che possano dare respiro al comparto. “Nei giorni scorsi il segretario Regionale della Fillea Cgil Sicilia, Franco Tarantino – dice Raso – rilanciava il tema delle incompiute in Sicilia e del mancato avvio delle opere previste nel “patto per la Sicilia”. All’interno di questo elenco alcune opere incompiute sono nella nostra provincia ed interessano i Comuni di Agrigento, Aragona, Calamonaci, Racalmuto. Questo elenco, a mio avviso non è esaustivo dell’insieme delle opere incompiute della nostra provincia, vanno aggiunte le opere inserite nel “Patto per la Sicilia”, capire cosa succede nei Comuni in relazione alle opere inserite nei “piani triennali”. Tra le opere pubbliche, eterne incompiute, sono stati riportati i lavori di completamento per intervento di riparazione danni alluvionali sulla provinciale 14, Racalmuto – Montedoro e ripristino della piattaforma stradale, il cui progetto è in carico all’ex Provincia ed ammonta a 378 mila euro. Ed ancora la strada per il potenziamento dell’accessibilità alla statale 189 dall’area interna dei comuni di Aragona, Santa Elisabetta, Sant’Angelo Muxaro, San Biagio Platani e Raffadali, in carico al Comune di Aragona per un finanziamento di 22 milioni di euro. A Calamonaci invece è fermo il cantiere per la realizzazione della strada di penetrazione agricola “Pozzillo” primo stralcio (importo finanziato 774 mila euro). Sempre a Calamonaci si sono fermati i lavori per il completamento della strada che collega con Villafranca Sicula (importo 661 mila euro). A Siculiana è fermo il progetto per le opere di urbanizzazione quartiere di edilizia economica e popolare per un importo pari a 9 milioni di euro eseguiti al 24 per cento. Servono quasi 6 milioni di euro per ultimare l’intervento. Ad Aragona si devono realizzare gli uffici della nuova Pretura e l’Auditorium comunale per importi che ammontano a 1.920.000 e 1.960.000 euro. Infine a Sambuca di Sicilia sono in bilico due progetti per circa 2 milioni e mezzo di euro che serviranno per la realizzazione della piscina coperta e per la costruzione di una chiesa, che già hanno fatto spendere quasi 500 mila euro di soldi pubblici. “Far ripartire l’edilizia pubblica e privata – aggiunge Raso -è un’urgenza di questa provincia. Il segretario della Fillea agrigentina, Vito Baglio a Montevago riepiloga i numeri della crisi del settore in questi anni della crisi da cui non usciamo: oltre 4200 lavoratori edili e oltre 700 Imprese sono stati cancellati in una provincia dove il livello della disoccupazione è più che doppio rispetto al resto del Paese. Nei giorni scorsi Carmelo Salomone è stato riconfermato ai vertici dell’Ance, la Categoria della Confindustria che si occupa di Edilizia, a Lui ed alla sua Associazione rinnoviamo i migliori auguri di buon lavoro. Ma a Lui ed alle altre Associazioni Datoriali ed alla “rete” delle professioni tecniche di questa provincia ed ai Sindaci proponiamo un “patto” per far ripartire l’edilizia in questa provincia. Lo abbiamo ripetuto nei giorni scorsi incontrando il Sindaco di Agrigento Lillo Firetto: non possiamo permetterci di sprecare un euro dei soldi che ci sono ed insieme dobbiamo “intercettarne” altri per avviare nuove opere, non per altra cementificazione selvaggia, ma per operare il recupero e la conservazione del costruito, per bonificare e manutenere le nostre Città, le periferie, i nostri centri storici, per migliorare la qualità della vita e dell’abitare”. Insomma è necessario intervenire subito e far ripartire un settore strategico e trainante dell’economia della provincia di Agrigento, qual è l’edilizia. (*PAPI*) Paolo Picone

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