A seguito del recente rimpasto nella giunta comunale, Nino Cuffaro, dirigente del circolo cittadino del Partito Democratico ha diramato un comunicato stampa in cui, con parole nette, esprime una posizione di forte dissenso verso l’operato del sindaco e della sua ex maggioranza. Il comunicato, firmato da Nino Cuffaro, chiede apertamente un cambio di rotta e invoca le dimissioni del sindaco di Agrigento, denunciando una deriva amministrativa e politica ormai evidente.
Il fatto che ha dato origine alla nuova ondata di tensioni è stato la rimozione del vicesindaco Aurelio Trupia e la successiva nomina, al suo posto, della consigliera comunale Valentina Cirino, esponente della Lega. Una scelta che ha provocato reazioni immediate e trasversali all’interno dell’ex maggioranza e nei gruppi politici d’opposizione.
Secondo il Partito Democratico, si è trattato di un atto politicamente incoerente, eseguito in totale assenza di condivisione e in netto contrasto con i bisogni reali della città. Il quadro emerso nel comunicato è quello di un sindaco ormai isolato, incapace di rappresentare l’unità del proprio schieramento e, più in generale, l’interesse collettivo dei cittadini.
Il Consiglio comunale, teatro naturale della dialettica democratica cittadina, si è trovato svuotato non solo fisicamente, ma anche simbolicamente. Secondo quanto riportato nel comunicato, l’aula è apparsa quasi del tutto vuota nel momento in cui si doveva discutere del nuovo assetto di giunta. Un’immagine che ha colpito profondamente l’opinione pubblica: il sindaco rimasto solo, abbandonato dalla sua stessa area politica.
Per Nino Cuffaro, si tratta di un fatto “imbarazzante e indecoroso”, che conferma la crisi di fiducia interna e l’assenza di una vera direzione politica. Una situazione che, per il dirigente del PD, non può essere sottovalutata e impone un intervento immediato, per evitare ulteriori danni alla tenuta istituzionale e amministrativa della città.
Il documento del Partito Democratico non si limita alla critica del rimpasto. Al centro dell’analisi c’è un’accusa più ampia: l’amministrazione comunale, secondo il PD, ha smarrito del tutto la capacità di affrontare le priorità di Agrigento. Dalle parole di Cuffaro emerge un elenco preciso e puntuale di ambiti nei quali la giunta si sarebbe dimostrata distratta, inconcludente e inefficace.
Viene citata, ad esempio, la gestione dei trasporti urbani, indicata come carente e non pianificata. Viene poi evidenziata la questione dei rifiuti, con frequenti disservizi e criticità nella raccolta e nello smaltimento. La cura del verde pubblico viene descritta come “tragica”, mentre la crisi idrica viene definita “drammatica”, senza che siano state messe in campo soluzioni strutturali.
Il giudizio complessivo è chiaro: la città è ferma, in una condizione di gestione approssimativa, con un’amministrazione più impegnata a trattare sulla distribuzione del potere interno che a governare con efficacia.
Uno dei passaggi più significativi del comunicato riguarda il progetto Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025. L’iniziativa, che rappresenta una delle più grandi opportunità per la città negli ultimi anni, è oggi — secondo il PD locale — in grave pericolo.
I ritardi, la mancanza di programmazione e le tensioni interne alla giunta rischiano di compromettere in modo definitivo la credibilità del progetto. “A questo punto”, si legge nel comunicato, “solo l’avocazione della guida da parte del Ministero della Cultura può cercare di salvare il salvabile”.
Una frase che pesa come una sentenza: la sfiducia non è solo politica, ma anche gestionale. Il Partito Democratico paventa un commissariamento di fatto, qualora il Comune non riesca a dimostrare, in tempi brevissimi, di avere una governance in grado di sostenere un evento di tale portata.
Un altro elemento chiave dell’attacco condotto da Nino Cuffaro è la critica al sistema di nomine assessoriali, descritto come “vergognoso balletto” che mira soltanto a soddisfare logiche di corrente e clientele. Secondo il comunicato, la priorità della giunta non è mai stata il benessere della città, ma la gestione del potere, attraverso continue modifiche nelle deleghe e negli incarichi.
Per il dirigente del PD, si tratta di una distorsione profonda del ruolo della politica, che ha smarrito il proprio fine primario: servire la comunità. L’idea che emerge è quella di una città ostaggio di accordi di palazzo, con dinamiche politiche che rispondono più ai rapporti tra capi locali, regionali e nazionali, che alle istanze della cittadinanza.
La città chiede un cambiamento, ma la giunta guarda altrove
Il comunicato di Cuffaro si fa portavoce di un sentimento che serpeggia ormai da mesi tra gli agrigentini: la stanchezza per una politica che non ascolta. I cittadini si sentono abbandonati, privi di interlocutori istituzionali affidabili, in una città che fatica a garantire anche i servizi più essenziali.
In questa prospettiva, la richiesta che emerge con forza è quella di un azzeramento dell’attuale quadro politico. Per il Partito Democratico, l’unica via possibile per ricostruire la fiducia e restituire dignità alla politica agrigentina è la convocazione di nuove elezioni, che mettano nelle mani della comunità la scelta del proprio futuro.
Il comunicato stampa si chiude con un appello forte, rivolto non solo al sindaco, ma all’intera classe dirigente che ha sostenuto fino ad ora l’attuale amministrazione. “Qualcuno abbia la decenza di staccare la spina”, si legge. È una frase che riassume l’esasperazione e la volontà di cambiamento di una parte consistente della città.
Secondo Cuffaro, continuare a sostenere una giunta che ha perso coesione, autorevolezza e visione significherebbe prolungare inutilmente l’agonia amministrativa di Agrigento. È il momento, conclude, di fare un passo indietro, per il bene della città e dei suoi cittadini.
La richiesta dimissioni del sindaco di Agrigento, arrivata in modo così esplicito da un esponente di rilievo del Partito Democratico, apre una fase nuova nel dibattito politico locale. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se il primo cittadino intenderà resistere alle pressioni, cercando nuovi equilibri, o se si aprirà una crisi istituzionale che porterà Agrigento a tornare alle urne.
Nel frattempo, la città resta sospesa in un clima di incertezza. I grandi appuntamenti culturali e turistici all’orizzonte richiederebbero una guida chiara e competente, ma l’instabilità politica rischia di diventare un freno insormontabile. La sfida ora non è solo per la sopravvivenza di un’amministrazione, ma per il futuro stesso di una città che da troppo tempo attende un vero rilancio.
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