Il Siracusa vince fuori casa, l’Akragas perde…. Fuori casa
di Eugenio Cairone
Non ha perso solo la squadra. All’Esseneto avremmo visto sicuramente un altro gioco e un’altra partita.
In casa all’Esseneto, non in “casa” a Siracusa, non sarebbe finita con un risultato tondo anche se bugiardo.
Inutile dire che il fattore campo ha favorito la squadra di Bianco.
Qualcuno accusa l’arbitro di avere indirizzato la partita con quel rosso diretto a Danese che di fatto ha decretato i dieci minuti finali di autentica follia.
Troppo facile per il Siracusa segnare il secondo gol in superiorità numerica.
Il terzo gol poi all’ultimo secondo ha chiuso i conti in maniera inaspettata e pesante.
E’ stato dimostrato che quando si ha la palla tra i piedi bisogna tirare e Nicola Mancino tirando ha scritto la parola fine all’incontro.
Calore e amicizia. “Salutiamo gli agrigentini”. Bellissimo il gesto degli aretusei. Persone per bene erano state definite e cosi hanno dimostrato di essere.
Non è facile trovare nel mondo del calcio ambienti simili.
L’amicizia è forte ma i punti non si regalano ovviamente e dal saluto di benvenuto al gol è stata questione di un attimo.
L’imbattibilità di Vono e compagni è finita proprio a Siracusa nel derby.
Colpita a freddo l’Akragas ha subito reagito riuscendo a pareggiare ma in fuorigioco.
Una leggerezza di Lorenzo Longo ha negato la gioia dell’ 1 a 1. Ma a Longo si deve dire solo grazie perché ancora una volta è stato un sapiente regista.
Arbitro e Assistente. Scelta infelice quella di designare per il derby un arbitro di Messina il signor Alberto Santoro e un Assistente di Catania.
Infelice come la scelta di mandare in esilio l’Akragas, facendo giocare il derby in casa dell’avversario.
Poco importa che sia stata la società biancoazzurra a chiedere Siracusa come campo alternativo.
Sandomenico. Non parliamo del Santo ma di Salvatore, il Sandomenico siracusano.
Dai suoi piedi sono arrivati i pericoli più grossi. Dall’altro lato meritava il gol il giovane Parigi al 54° e due minuti dopo quando il suo tiro è andato di poco alto sulla traversa.
Tra i biancoazzurri, un Gigante vero è apparso Sepe.
Malgrado i cambi. Di Napoli ne cambia tre in una volta. Finalmente entra Salvemini ma è Franchi scuola Roma che porta al gol che verrà però annullato per quello sfortunato tocco di Longo.
Splendida la parata di Vono al 70°.
Da biasimare sicuramente è il comportamento di Spinelli che accende gli animi con Sepe che si fa ammonire.
E a proposito di ammonizioni c’è da registrare quella del portiere aretuseo troppo comodo nelle rimesse con l’arbitro che finalmente se ne accorge.
L’unico intervento del signor Santoro, si fa per dire, in favore dell’Akragas.
L’esilio brucia. I tifosi biancozzurri dopo la sconfitta di oggi sono ulteriormente arrabbiati. E giustamente lanciano accuse contro tutto e contro tutti.
Bisogna far ritornare il calcio all’Esseneto.
Questa la richiesta a gran voce dei tifosi. E allora bisogna cominciare a muoversi per evitare altri momenti storti che un campo neutro può riservare come oggi.
E’ chiaro che l’esilio per l’Akragas debba finire.
Oggi, si badi bene, a perdere non è stata solo la squadra.
Eugenio Cairone
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