L’assessore regionale Ruggero Razza ha pronta una bozza per il piano che dovrà ridisegnare la sanità siciliana. Ne ha parlato in commissione Salute all’Ars.
In ballo ci sono qualcosa come 800 milioni di euro che transiteranno attraverso il Pnrr, il Piano nazionale di resilienza. Il documento sarebbe stato già spedito al governo nazionale. Si parla di qualcosa come circa 200 nuove strutture sanitarie di più piccola dimensione, che in pratica saranno l’alternativa all’ospedalizzazione. Per la precisione in questa bozza il finanziamento richiesto riguarda 146 case di comunità e 39 ospedali di comunità. Le prime sarebbero strutture polivalenti che racchiudono funzioni dell’assistenza primaria, garantendo la continuità assistenziale, anche specialistica, e le attività di prevenzione. Le seconde, invece, sono strutture residenziali in grado di erogare assistenza sanitaria di breve durata. In pratica, un apparato riservato a quei pazienti che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti adeguatamente a domicilio per motivi socio sanitari. Nel documento c’è già un’ipotesi di mappa. Per gli ospedali di comunità, ad esempio, per quanto riguarda l’agrigentino si prevede la destinazione di immobili al Presidio territoriale di assistenza di Agrigento e Bivona e al poliambulatorio di S. Margherita Belice. Per quanto riguarda, invece, la dislocazione iniziale delle 49 Centrali operative territoriali, una ogni 100mila abitanti, con 5-6 infermieri e 1-2 unità di supporto: Agrigento, Canicattì, Licata e Ribera. Nell’elenco delle 150 Case della comunità 16 sono nell’agrigentino e prevedono un modello organizzativo con 30-35 medici di famiglia afferenti e un ambulatorio aperto per 12 ore 6 giorni su 7, continuità assistenziale notturna e nei festivi attraverso 10-15 ambulatori con 10-20 medici, 8-12 infermieri e 5-8 unità di personale amministrativo, tecnico e sanitario.
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