Presenti tutti i Parroci della città ed il diacono Lillo Di Pasquale, convocata da don Calogero Lo Bello, si è appena conclusa a Favara una riunione di Clero, che si è tenuta nei locali della parrocchia BMV Mediatrice di tutte le Grazie, nel quartiere “Luna”,.
Tra gli argomenti pastorali trattati, le iniziative già in corso ed altre da avviare in questo primo periodo del nuovo Anno Liturgico dell’Avvento, con una certa attenzione, per il momento ovviamente limitata, anche all’altro periodo penitenziale che, più avanti, è la Quaresima che prepara alla Pasqua, cuore e culmine delle fede cristiana.
Di questa riunione della quale vogliamo brevemente riferire, nella giusta logica pastorale di confrontare sempre il cammino di fede con i problemi concreti del territorio, indubbiamente l’argomento che più ha polarizzato unicamente l’attenzione di tutti i presenti è stato quello del centro storico.
Un problema, questo del centro storico della città, che si trascina irrisolto da troppo, troppo tempo.
Ed a distanza di quasi tre lunghi lustri, – (esattamente 14 anni, il prossimo 23 gennaio !), dalla tragedia di Via del Carmine, nulla o quasi è stato concretamente fatto.
A 14 anni di distanza, unna constatazione amara quella de Clero favarese ! Clero che si propone di organizzare un apposito Convegno sul tema, nella prossima Quaresima, attraverso il qualificato impegno dell’apposta Area del Consiglio Pastorale Cittadino (CPC), presieduto proprio da don Lo Bello, che sicuramente cercherà di coinvolgere, tanti Cittadini sensibili ed altre persone qualificate di buona volontà, unitamente alle Autorità preposte, a partire dalla Civica Amministrazione, con a capo il Sindaco Antonio Palumbo, perché si passi davvero al concreto, per evitare possibili ed irreparabili disastri.
Disastri !… quello che è facile a tutti notare, visitando il centro storico, dove davvero c’è solo da vedere. E sicuramente ci sono persone che, a diversi livelli hanno il compito e quindi il dovere, di vedere e provvedere.
Ricordiamo che all’alba del 23 gennaio 2010 a Favara, verso le ore 7, in via del Carmine, a qualche centinaio di metri dall’omonima parrocchia, è crollata un’abitazione di tre piani, dove abitava la famiglia Bellavia: marito e moglie, Giuseppe e Giuseppina, che, sono rimasti tra le macerie ma in salvo seppur feriti, mentre per i tre figli rimasti sotto le macerie, ci sono stati seri problemi.
Chi scrive, è stato presente alle operazioni di soccorso, con le autorità che subito sono arrivare, dal Sindaco Russello, subitissimo, allo stesso Prefetto di Agrigento Umberto Postiglione, sicuramente meno di un’ora dopo.
Prefetto che al suo arrivo è stato contestato, da un gruppo di giovani che poi si sono convinti che non era il momento delle polemiche, soprattutto perché continuavano, febbrilmente, i lavori di ricerca tra le macerie della casa crollata.
Ricerche coronate da successo per Giuseppe di 12 anni, estratto vivo ed in discrete condizioni, che pare col telefonino sia riuscito a mettersi in contatto per chiedere aiuto,… mentre, purtroppo, così non è avvenuto per la piccola Chiara, di quattro anni, che è stata tirata fuori ancora in vita, ma è deceduta poco dopo; estratto pure senza vita il corpo di Marianna di 14 anni.
Il ricordo di quanto avvenuto dovrebbe spronare tutti ad un serio impegno di recupero del Centro storico……senza perdere davvero altro tempo.
La Chiesa di Favara, ricorda ancora anche il comportamento dell’allora Arcivescovo, don franco Montenegro che fece molto discutere, a tutti i livelli. Allora Mons. Montenegro si è rifiutato di presiedere i funerali, per protestare contro quella che definiva , “una tragedia annunciata e che si poteva evitare“. Presente in Chiesa come un semplice fedele… “..il mio posto – disse allora Montenegro – è tra la gente di Favara – con loro prego per Marianna, la piccola Chiara e per i loro genitori e per il piccolo Giovanni”. “Non è un sottrarmi al mio ruolo di vescovo, di pastore della porzione di popolo che il Signore mi ha affidato – ha spiegato – ma un farmi solidale e vicino alla famiglia Bellavia in questo giorno che è giorno di preghiera e silenzio. Invito tutti a guardare al Crocifisso, nell’estremo grido di Gesù sulla croce sono contenuti e riecheggiano tutti i gridi dell’umanità intera e tutti sono bagnati dalle lacrime del Padre“. “Una tragedia annunciata”. Il Clero di Favara con le iniziative in corso di preparazione, di cui si è discusso in questa riunione, vuole proprio evitare che questo ancora succeda, vista la situazione in cui continua a restare il centro storico.
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