Task force di 25 specialisti per combattere l’emergenza rifiuti. Secondo quanto è previsto dal bando appena emesso, potranno essere esterni all’amministrazione pubblica e costeranno in tutto un milione e seicentomila euro.
Nel farwest dei rifiuti, scrive il Giornale di Sicilia, eccola, la cabina di regia promessa dal presidente Nello Musumeci, dall’assessore Alberto Pierobon e dal suo consulente Aurelio Angelini. Il dirigente generale Salvo Cocina disegna e pubblica un avviso che draga, in buona parte da sorgente comunitaria, un milione e seicentomila euro circa per corazzare lo staff del dipartimento Rifiuti con esperti che saranno contrattualizzati a… tasso variabile, con incarichi che andranno dagli 8 ai 16 mesi. Prima di passare alle figure professionali di alta specializzazione richieste, la legenda su buste paga e «qualifiche»: il coordinatore guadagnerà 5.500 euro lordi al mese, esperti senior e junior rispettivamente 4.200 e 2.900 euro. Per esperto junior si intende professionista con non meno di tre anni di esperienza, i seniores dovranno averne almeno sette. Le figure saranno impiegate non soltanto nella risoluzione della matassa rifiuti in senso stretto, ma pure nel non meno grave casus belli con l’Europa delle acque reflue, con le multe salatissime beccate dall’Italia – e dalla Sicilia in particolare sui fanghi da depurazione e sulle acque di risulta non depurate. Ancora prima che cadesse la scure della maxi multa di 25 milioni di euro inflitta a Roma (e in quota parte a Palermo) a fine maggio, l’Isola era alle prese con le sentenza della Corte di giustizia del 2009 e del 2012, con oltre 50 centri urbani colpiti soltanto in Sicilia.
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