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Home » Magazine » Regime fiscale per liberi professionisti: come scegliere quello adatto?

Regime fiscale per liberi professionisti: come scegliere quello adatto?

9 Marzo 2022
in Magazine
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L’applicazione di un regime fiscale per liberi professionisti deve essere svolta da consulenti esperti, che possono consigliare anche quale potrebbe essere la scelta più adatta alla propria situazione. A tal fine, si possono seguire alcuni suggerimenti.

 

Regime fiscale per liberi professionisti: ecco alcuni consigli per fare la scelta giusta 

 

Esistono diversi tipi di regime fiscale per liberi professionisti e per effettuare una scelta idonea occorre prestare attenzione a diversi fattori. Quando una persona decide di aprire partita IVA, senza dubbio si espone a un cambiamento molto importante, che apporterà diversi vantaggi, ma nello stesso tempo richiederà anche l’adempimento di oneri fiscali. Per questo e soprattutto per evitare di avere problemi con le spese da sostenere, è necessario informarsi in modo adeguato. Ciò vuol dire chiedere info molto dettagliate in merito, in cui rientrano anche l’indicazione del proprio Codice Ateco e soprattutto suggerimenti sul regime che meglio corrisponde alle proprie esigenze. Per non compiere scelte erronee, l’ideale sarebbe rivolgersi a consulenti esperti, come quelli di Fiscozen, che offre un servizio gratuito di consulenza fiscale e consente ai liberi professionisti di aprire partita IVA senza spendere in modo eccessivo. Sul sito www.fiscozen.it è possibile trovare tutte le info utili a riguardo. Oltre a richiedere l’aiuto di persone competenti in materia, si dovrà scegliere, come accennato, la tipologia di regime fiscale giusta. Oggi molti optano per il regime forfettario 2022, ma esistono anche il regime ordinario e l’ordinario semplificato, di cui è bene indicare le caratteristiche principali, per avere un quadro più chiaro.

 

I tipi di regime fiscale

 

Prima di tutto per “regime fiscale” si intendono tutti gli adempimenti e regole riguardanti il calcolo dei propri guadagni, il pagamento delle tasse sul reddito e dei contributi, nonché tutte le spese effettuate, che a volte possono essere detratte, a seconda del regime scelto.

Quest’ultimo può essere di tre tipologie: il cosiddetto “ordinario”, poi esiste il “semplificato”, che in realtà è chiamato anche “ordinario semplificato” proprio perché presenta alcune caratteristiche del primo, e il regime forfettario. L’ordinario può essere richiesto da società di capitali o di persone, nonché da ditte individuali che però abbiano ottenuto ricavi che superano la cifra di 400mila euro per attività di prestazione di servizi e di 700mila euro per le rimanenti casistiche. Tale sistema si basa su tasse che seguono gli scaglioni Irpef, che hanno differenti aliquote, in quanto variano in base alle fasce di reddito raggiunte. Con l’ordinario inoltre è possibile detrarre dalle imposte le spese sostenute, se queste sono utili per la realizzazione della propria professione. Tale caratteristica non rientra invece nel forfettario.

Per poter richiedere l’apertura del regime semplificato invece occorre aver conseguito ricavi inferiori alle cifre precedentemente indicate, almeno per le società di persone e le ditte individuali, mentre per i liberi professionisti non ci sono soglie limite. Per il calcolo della tassazione, il funzionamento equivale a quello che si usa per il regime ordinario. Per il forfettario invece non solo non vi è la detrazione delle spese, ma per i primi cinque anni dall’anno di apertura vi è un’imposta sostitutiva che equivale al 5% da applicare non sul fatturato totale, bensì su una parte di esso, che si calcola applicando la percentuale relativa al proprio Codice Ateco. L’imposta raggiunge poi il 15% una volta che si supera il quinquennio. Per ulteriori dettagli ovviamente si rimanda alla consulenza fiscale offerta da esperti, i quali sapranno indicare tutte le info aggiornate e soprattutto consigliare la scelta più adeguata alle proprie esigenze. 

 

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