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Home » Politica » Recovery Fund e mancati investimenti per la provincia di Agrigento. Pullara: proteste tardive

Recovery Fund e mancati investimenti per la provincia di Agrigento. Pullara: proteste tardive

3 Maggio 2021
in Politica
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Recovery Fund e mancati investimenti per la provincia di Agrigento, il dibattito è aperto. Dopo la protesta dei sindaci che hanno manifestato a Roma, sembrerebbe che qualcosa si stia muovendo anche se in netto ritardo considerato che la bozza è già pronta per essere presentata a Bruxell. Eppure il deputato regionale agrigentino Carmelo Pullara aveva lanciato il primo campanello dall’allarme già nel novembre del 2020. Una voce fuori dal coro a cui hanno fatto eco gli amministratori locali soltanto adesso. Pullara sul Recovery Fund aveva invitato i sindaci della provincia a ideare i progetti, perchè appunto progetti ci vogliono per accedere ai finanziamenti comunitari.

Nelle ultime settimane, da più parti, sia a livello regionale sia a livello della provincia di Agrigento, sono stati  lanciati, allarmi e grida di dolore sul trattamento ricevuto nel Recovery fund. Ho letto dichiarazioni di taluni rappresentanti istituzionali, come anche di taluni operatori politici e di associazioni, lamentarsi sulla poca attenzione del governo nazionale verso il sud in generale, verso la Sicilia in particolare ed a cascata verso la provincia di Agrigento. Sono le parole dell’On. Carmelo Pullara  Presidente e segretario politico organizzativo di “ONDA” Movimento Popolare Regionalista”.

Mi pare, però, – prosegue Pullara- che in questo caso calzi bene il detto: “si chiude la stalla quando sono scappati i buoi”. Ricordo che dell’attuale governo Draghi, da tutta la politica, tranne che da me, salutato come il governo della salvezza, facciano parte in pratica quasi tutte le forze politiche: PD, 5 stelle, lega, Forza Italia, Italia Viva, UDC, + Europa, Articolo 1, Azione di Calenda, Centro Democratico e Noi con l’Italia, alcune di queste, federate in Sicilia con partiti o movimenti. Quindi mi chiedo e secondo me si chiedono i siciliani, avendo abdicato ai signori padroni romani, in taluni arrivando a disconoscere addirittura la propria storia, cosa hanno a lamentarsi?! Forse con qualche trafiletto sul giornale nei quotidiani, cartacei o online, buttano fumo negli occhi dei siciliani sperando che non capiscano! Poveri illusi.

Già all’inizio di Novembre 2020, sei mesi fa, – spiega Pullara – lanciai l’allarme, rimanendo voce fuori dal coro ed isolata,  e in tale contesto, oltre ad aver sottolineato la carenza nel recovery plan per la provincia di Agrigento, più in generale, con una lettera indirizzata a Musumeci e in commissione UE, tra l’altro presieduta da un deputato appartenente al gruppo Autonomisti federati con la Lega, presente all’audizione il vice presidente assessore all’economia, da un lato criticai l’impostazione regionale data ai suggerimenti per i ricovery fund, e in particolare chiesi di inserire per la provincia di Agrigento i seguenti progetti: La chiusura dell’anello autostradale con il completamento del tratto Mazara del Vallo – Gela; L’aeroporto ad Agrigento; Il contrasto alla erosione attraverso il ripascimento della fascia costiera, da Gela a Sciacca. L’approvvigionamento idrico per le campagne e per i centri abitati, con l’adduzione della Diga Gibbesi e le relative condotte Il dragaggio e il risanamento dei porti. Io – conclude Pullara – con il mio movimento “ONDA”, sin dall’inizio, ci siamo contraddistinti nel mantenere fede con coerenza ai principi che ci siamo prefissati e questo continueremo a farlo ad ogni costo pronti per difendere la dignità dei siciliani che è stata venduta per salire sul carrozzone.

Rfi, commissione territorio e ambiente dell’Ars e assessorato alle  infrastrutture hanno fatto il punto dei progetti pronti riguardanti la Sicilia. Tra i “nodi” affrontati il doppio binario della Palermo/Catania, il completamento della Catania/Messina, la Palermo/Trapani- Marsala.Poca cosa rispetto ai progetti faraonici previsti in altre zone dello stivale. “Aperto un focus particolare sulla zona occidentale e rientreranno nel Recovery Fund – afferma la leader di Diventerà Bellissima, l’agrigentina Giusy Savarino sia le due fermate di Fontanelle e San Michele, che l’ammodernamento della tratta Palermo-Agrigento. Queste opere verranno finanziata attraverso il Recovery Fund non solo nella progettazione definitiva ma anche nella realizzazione.
Ho sollecitato, inoltre – continua la Savarino – l’inserimento dei lavori dei 90 km della Castelvetrano – Porto Empedocle, i quali collegherebbero la provincia di Agrigento a quella di Trapani, e all’Aereoporto di Birgi. Un progetto fondamentale che insieme alla Palermo-Agrigento rappresenteranno un collegamento veloce per le due province e su cui il governo Musumeci si è impegnato”.“Comprendiamo e sosteniamo le le istanze sollevate dai 25 sindaci della provincia di Agrigento”. Ha commentato l’europarlamentare e coordinatrice politica della Lega in provincia di Agrigento. “Si tratta – ha aggiunto – di infrastrutture cruciali per il territorio e per lo sviluppo, non solo economico, dell’intera area, a partire dal completamento dell’anello autostradale Castelvetrano-Gela.” Secondo Mariagrazia Brandara, sindaco di Naro, quella lanciata dai primi cittadini è una sfida all’abbandono politico di un pezzo di Sicilia -se non proprio di tutta l’isola.
La Regione non ha avanzato progetti e noi, ora, chiediamo al Presidente del Consiglio dei Ministri che il Governo Nazionale provveda a progettare e realizzare il ponte di attraversamento dello stretto di Messina, annunciato da Draghi in Senato come obbiettivo possibile da portare a compimento.

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