
PALERMO – La raccolta differenziata di carta e cartone in Sicilia continua a salire, ma i risultati, seppur incoraggianti, non sono ancora all’altezza degli standard nazionali. È quanto emerge dal 30° Rapporto annuale pubblicato da Comieco, il consorzio nazionale per il recupero e il riciclo degli imballaggi cellulosici.
Nel 2024 l’Isola ha superato le 243mila tonnellate di carta e cartone raccolti, con un incremento del 4,3% rispetto all’anno precedente. Un volume che, secondo Comieco, sarebbe sufficiente a riempire più di tre volte la Cattedrale di Palermo. A trainare la crescita sono in particolare le province di Messina (+6,1%), Enna (+5,7%) e Catania (+5,7%). Ma non basta. Il dato pro-capite regionale – 50,7 kg per abitante – supera di poco la media del Sud (50,2 kg), restando però lontano dalla media nazionale di 65,4 kg. A pesare, inoltre, è la qualità della raccolta: un quarto del materiale raccolto risulta contaminato da impurità, con un impatto negativo sull’efficienza del riciclo.
“Non possiamo fermarci a questi risultati – ha commentato Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco –. La Sicilia deve migliorare anche sul fronte della qualità e dell’intercettazione: il tasso di raccolta dei rifiuti cellulosici rispetto al totale è ancora sotto l’11%, contro il 14% delle regioni più virtuose”.
Nel 2024, Comieco ha gestito il riciclo di oltre 177.500 tonnellate di materiale cellulosico in Sicilia, pari al 73% della raccolta totale. Ai 354 comuni convenzionati sono stati riconosciuti oltre 15 milioni di euro in corrispettivi economici. Nel dettaglio, Agrigento ha raccolto più di 17mila tonnellate (42 kg pro capite), Caltanissetta oltre 11mila (46 kg), Catania quasi 58mila (54 kg), Enna oltre 6mila (43 kg), Messina più di 38mila (63 kg), Palermo oltre 45mila (38 kg), Ragusa quasi 21mila (65 kg), Siracusa oltre 19mila (51 kg), Trapani più di 25mila (61 kg). La fotografia scattata da Comieco mostra dunque una regione in crescita, ma ancora distante dagli obiettivi di eccellenza. Per colmare il divario con il resto d’Italia, serviranno campagne di sensibilizzazione più efficaci, investimenti nei servizi di raccolta e una maggiore responsabilizzazione da parte dei cittadini.
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