“Bisogna smetterla di vaccinare gli psicologi di 35 anni”. Questa l’espressione utilizzata dal Presidente del Consiglio , Mario Draghi , che ha fatto storcere il naso a Giacomina Di Francesco, Dirigente ufficio delle politiche per il Welfare Ugl di Agrigento. Di Francesco ha scritto una lettera aperta: “Vorrei constatare che questa ha tradito un’evidente mancanza di conoscenza diffusa, purtroppo, trasversalmente a tutti i livelli e nei vari ambiti della nostra società in merito a quelle che sono le implicazioni della professione psicologica.Senza citare tutte le numerose aree nelle quali gli psicologi giornalmente operano (solo per menzionarne alcune: sanità, scuola, giustizia, terzo settore….), mi preme ricordare che molti, in questo preciso momento- continua la lettera- svolgono il loro lavoro a sostegno dei pazienti positivi al Covid-19, anche all’interno dei reparti a sostegno dei pazienti e dei loro familiari. Assistiamo troppo spesso alla velata (e nemmeno tanto!) riproposizione dell’antiquato stereotipo dello psicologo comodamente seduto accanto al lettino di Freud che prende appunti sul suo taccuino ascoltando il paziente con aria saccente!
Ed in merito al riferimento sull’ampliamento della platea delle professioni sanitarie, mi corre l’obbligo di ricordare che la professione di psicologo è ricompresa tra le professioni sanitarie dal 22 dicembre del 2017, data in cui si chiude un periodo, quasi trentennale, in cui a questa professione, che, fin dalla sua costituzione nel 1989 si è gradualmente sedimentata nel tessuto sociale del paese, è stata riconosciuta la capacità di migliorare la qualità della vita e di promuovere il benessere in tutti i contesti ed in cui è stata riconosciuta, conseguentemente, l’importanza fondamentale del lavoro in èquipe.
Non sarebbe mai auspicabile un ritorno all’oscurantismo trattamentale e alla preistorica visione organicista che identifica la salute soltanto nell’assenza di patologia fisica.
Spero vivamente che questa occasione possa essere da sprone per approfondire le nozioni rispetto alla professione di psicologo e ad abbandonare degli stereotipi ormai francamente obsoleti.”
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