Il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Agrigento, Manfredi Coffari, ha prosciolto con sentenza di non luogo a procedere per non aver commesso il fatto dell’’unico imputato agrigentino, l’architetto Antonio Crapanzano, 61 anni, di Favara, coinvolto nel procedimento scaturito dall’inchiesta “Criminal Drinks”, su un presunto giro d’affari sugli alcolici, per milioni e milioni di euro, architettato ad hoc da un gruppo criminale, a carattere transnazionale, aggirando accise, Iva e altre imposte.
Undici le persone rinviate a giudizio, ma nell’indagine coordinata dalla Procura di Agrigento, da registrare diversi proscioglimenti per non aver commesso il fatto o per intervenuta prescrizione, un patteggiamento e alcune posizioni stralciate che saranno definite separatamente. L’attività investigativa è partita proprio da Favara dove venne scoperto il primo deposito nel 2014.
L’architetto Crapanzano (difeso dall’avvocato Salvatore Virgone), proprietario dell’immobile scelto per la sede di uno dei depositi ritenuti fittizi, era accusato di associazione a delinquere e in particolare di aver gestito l’istruttoria per far avere la licenza a quello che è considerato il capo dell’intero “cartello”, il cittadino belga Sebastien Hubert Albert Beatrice De Meersman, 44 anni. La posizione di quest’ultimo, ritenuto il personaggio chiave dell’intera inchiesta, è stata invece stralciata con il giudice che ha restituito gli atti al pubblico ministero.
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