Facebook finisce nella bufera per non aver tutelato i dati dei suoi iscritti. Una maxi-inchiesta del New York Times e del Guardian ha dimostrato come i dati dei profili Facebook di 50 milioni di elettori americani siano stati illecitamente utilizzati da Cambridge Analytica a fini elettorali, prima di tutto negli Stati Uniti a vantaggio di Donald Trump, ma anche in molte altre parti del mondo e anche in Europa, con la Brexit, il sostegno a Marine Le Pen e anche – secondo quanto scriveva la società sul suo sito – in Italia. Tutto ciò ha scatenato una grande reazione mondiale, sia politica che economica. Ieri a Wall Street a metà seduta il titolo Facebook perdeva il 7,5% del suo valore. Mentre i Parlamenti di Stati Uniti, Gran Bretagna e Unione europea vogliono convocare Mark Zuckerberg in persona perché fornisca chiarimenti su una vicenda tanto complicata quanto delicata.
Cade la prima testa in seguito al datagate che ha investito Facebook. Si è dimesso il responsabile della sicurezza della sicurezza delle informazioni Alex Stamos, che ha parlato di “disaccordi interni” su come affrontare la vicenda e su come i vertici del gigante dei social media hanno gestito la questione delle fake news che vengono diffuse attraverso la piattaforma.
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