CAMASTRA. E’ salita sul banco dei testimoni, Rita Meli, figlia del presunto boss di Camastra, Rosario Meli detto “U puparo”. E lo ha fatto ieri mattina, davanti ai giudici Enzo Ricotta, Rosanna Croce e Luisa Turco che presiede il collegio giudicante al Tribunale di Agrigento, nell’ambito del processo scaturito dal blitz antimafia della squadra mobile denominato “Vultur”.
Retata scattata nel luglio 2016 e che vede imputati per reati che vanno dall’associazione mafiosa a quello di estorsione, Rosario Meli difeso dall’avvocato Santo Lucia, considerato dagli inquirenti capo della famiglia mafiosa di Camastra, il figlio Vincenzo difeso dall’avvocato Giuseppe Barba, Calogero Piombo, tabaccaio del paese difeso dagli avvocati Giovanni Castronovo e Angela Porcello, ed ancora Calogero Di Caro, 71 anni, “U zzi Liddru” di Canicattì ed Angelo Prato di 39 anni di Camastra.
Nell’udienza di ieri è stata dunque ascoltata la testimonianza di Rita Meli, indagata di reato connesso e per questo assistita dal suo legale. Rita Meli ha risposto a tutte le domande rinunciando alla possibilità di avvalersi della facoltà di non rispondere, essendo imputata ed ha ripercorso la vita privata, professionale e i rapporti lavorativi e personali con le persone offese nel procedimento.
“Svolgo il mestiere di insegnante dal 2002 – ha esordito Rita Meli. Prima ero a Palermo e successivamente sono stata trasferita in provincia di Milano. Conosco Irene Casuccio (la moglie di Vincenzo De Marco, il socio di Bruno Forti nell’agenzia funebre) da tanto tempo anche perché i rapporti tra le nostre famiglie erano buoni; conosco il marito Vincenzo De Marco, ex socio di mio fratello Giuseppe e conosco anche Bruno Forti, sia perché marito di una mia compaesana ma anche per i suoi trascorsi giudiziari”. Rita Meli, rispondendo alle domande delle difese e del sostituto procuratore della Dda di Palermo Maria Teresa Maligno, ha fatto chiarezza su tre episodi: una denuncia da lei effettuata contro Bruno Forti (parte offesa) nell’ottobre 2017 in seguito a presunti gesti intimidatori ed ha anche detto che l’incontro è stato immortalato dalle telecamere di un bar di fronte al Tribunale in cui siede con alcuni testimoni del processo, ed infine l’abbraccio con il padre durante un colloquio in carcere.
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