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Home » Cultura » “Pelagos”, il viaggio mistico nell’Isola di Lampedusa del compositore Graziano Mossuto

“Pelagos”, il viaggio mistico nell’Isola di Lampedusa del compositore Graziano Mossuto

Selene Bonsignore Di Selene Bonsignore
16 Ottobre 2020
in Cultura
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È durato tre settimane il viaggio nell’Isola di Lampedusa del compositore e insegnante di musica Graziano Mossuto, un viaggio tra terra e acqua che si è svolto lo scorso luglio e che ha portato alla luce il brano “Pelagos”, dedicato alle Isole Pelagie in generale e a Lampedusa in particolare, disponibile sul canale YouTube dal 14 ottobre.

A caratterizzare questo progetto è la scelta originale degli strumenti. ‹‹Ho fatto quaranta immersioni in tre settimane fino a quarantacinque metri di profondità- ha affermato il compositore Mossuto- è da lì che è nata l’idea di realizzare un brano suonando tutti gli strumenti del mondo subacqueo: erogatori, pinne, bombole. In questo modo ho voluto farmi testimone del suono del mare e delle sue creature, come ad esempio i delfini››.

Per captare la bellezza del brano, non ci si può limitare ad ascoltare solo la melodia, ma è necessario osservare le immagini che lo accompagnano, perché esse consentono di cogliere nel profondo il messaggio che l’artista intende trasmettere.

Mossuto si immagina a ottant’anni seduto davanti la scrivania del suo studio. Da una conchiglia trovata in un cassetto si schiude il ricordo di un passato lontano che segna il margine tra un mondo moderno e uno antico, che rinasce con le immagini vivide della propria giovinezza trascorsa su un’isola selvaggia e incontaminata, dalla terra brulla e inaridita dalla calura cocente del sole, circondata da acque feconde. È l’Isola di Lampedusa.

Scorrono veloci i ricordi delle immersioni nell’ oscurità marina, che inizia il protagonista a un rito mistico, anzi sacro, che lo avvicina alla Stella del Mare, la Madonna con il bambino collocata a venti metri di profondità. È così che il protagonista instaura con la realtà sommersa un dialogo attraverso cui percepisce delle misteriose corrispondenze.

Il ricordo del viaggio, dunque, assume un valore catartico. Una volta compreso il linguaggio della natura, il protagonista purificato, come un aedo canta la sua esperienza mistica al mondo per farsene testimone e per fare conoscere agli uomini la voce del mare.

‹‹Le immersioni sono per me un’esperienza mistica- ha affermato il compositore- quando entri nell’acqua e scendi sempre più in profondità, sei ansioso. Il tuo respiro è più corto, ma poi lentamente ti calmi. Il respiro rallenta e a quel punto cominci ad ascoltare te stesso. È lo stesso che faccio quando devo suonare lo zufolo siciliano, “u friscarettu”. Faccio un respiro ed entro nel profondo del mio io. Questo, insieme alla musica, mi porta in una condizione di benessere e di beatitudine, che sono ciò che desidero comunicare a chi ascolterà la mia musica››.

Se le acque sono un luogo mistico e catartico, la terra è quello in cui il protagonista si farà testimone con gli uomini. È lì che i pescatori dell’isola trascorrono le loro giornate, tra barche e reti, metafora di una umanità che si affanna nella vita di tutti i giorni in balia dell’incertezza, dalla quale, invano, vorrebbe svincolarsi, cercando quel maglio aperto della rete che non c’è. Per cui l’unica certezza è la fede.

‹‹In “Pelagos”, racconto un momento di vita non solo umana, turistica e musicale, ma soprattutto spirituale. Andare sottacqua, per me è un modo per canalizzarsi, meditare, raggiungere uno stato di assoluta serenità››.

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