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Home » L’angolo di don Diego » Papa Francesco ancora in Sicilia il prossimo 15 settembre, a Piazza Armerina ed a Palermo

Papa Francesco ancora in Sicilia il prossimo 15 settembre, a Piazza Armerina ed a Palermo

28 Maggio 2018
in L’angolo di don Diego
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Mentre stendiamo questa nota, apprendiamo che proprio in queste ore al Palazzo Arcivescovile di Palermo,  vengono resi noti i dettagli  del programma  della visita di Papa Francesco il prossimo 15 settembre, così come  ufficialmente annunziato l’altro ieri dalla Prefettura della Casa Pontificia.

Una notizia, questa del ritorno in Sicilia d Papa Francesco, che ha subito suscitato ancora una volta grande emozione; e nell’agrigentino, come, pensiamo, sicuramente anche  altrove,  chiaramente  evidente una palpabile  ondata di spontanea gioia ed entusiasmo, con preparativi per partecipare ed essere fisicamente  presenti per incontrare Papa Francesco, nei luoghi annunciati. A Favara già corre voce che la nota ditta locale  di noleggio dei pullman, – una delle più note della Sicilia – ha già  ricevuto tante prenotazioni.

Papa Francesco in prima mattinata alle 9,00 del 15 settembre, sarà a Piazza Armerina, visterà la storica e  seicentesca Cattedrale dedicata a Maria Ss. delle Vittorie e  poi in mattinata si sposterà in elicottero a Palermo.

Due diocesi siciliane, Piazza Armerina e Palermo, destinatarie di questa visita non a caso,  ma  per motivi diversi e comunque  abbastanza significativi.

Piazza Armerina –  (sede vescovile, con 12 comuni suddivisi  in 2 liberi consorzi comunali, e complessivamente con 75 parrocchie, delle quali 14  nella città di Gela, che con i suoi 78.000 abitanti costituisce da sola oltre un terzo dell’intera popolazione diocesana)   –  dalla sua erezione avvenuta nel 1817 con la bolla “Pervetustam locorum” di Papa Pio VII,  mai ha ricevuto la visita  di un Papa.

Una diocesi  che si trova  collocata al centro della Sicilia,  con difficoltà di collegamenti stradali e ferroviari, in un territorio che soffre di accentuate difficoltà economiche che hanno causato negli ultimi decenni una notevole migrazione dei propri abitanti in cerca altrove di lavoro.  Come ha tenuto a precisare Mons.  Rosario Gisana, l’attuale vescovo dal 2014, si tratta davvero di “una periferia esistenziale pur essendo al centro della Sicilia”. E  per questo è stata scelta da Papa Francesco che – come risaputo – ha sempre una particolare attenzione e sensibilità  per le periferie, anche quando non ha ricevuto – come in questo caso – un particolare invito.

Ancora più chiara  la motivazione per Palermo, dato che ricorre  il 25° del martirio  del beato don Giuseppe Puglisi, assassinato dalla mafia la sera del 15 settembre 1993,  56° del suo compleanno.

Un assassinio questo,  che 25 anni fa segnò una svolta strategica  nella logica mafiosa. Perché allora, dopo un periodo di apparente tranquillità, successivo alle stragi  di Falcone e Borsellino, la mafia tornò alla ribalta scegliendo un bersaglio molto più facile, ma altamente simbolico.

Perché il Parroco della parrocchia di S. Gaetano nel quartiere palermitano  di Brancaccio,  non era solo uno dei tanti  operatori pastorali centrali e periferici, impegnati a costruire, alla luce della dottrina della Chiesa,   una cultura alternativa   a quella mafiosa.

Don Giuseppe Puglisi svolgeva esemplarmente e con eccezionale efficacia  il suo servizio,  con un progetto pastorale di carità “pensata in grande”, capace cioè di incidere in profondità, toccando non solo le strutture, ma anche e soprattutto gli schemi mentali,  orientati alla legalità, alla solidarietà, alla vita.

Con l’assassinio di don Puglisi  diventò palese come la mafia  aveva compreso  tutta la pericolosità  per lei dell’azione pastorale della Chiesa. Un’azione pastorale  portata avanti da tempo ed accentuata nel tempo, in tutta la Sicilia, a Palermo come ad Agrigento.

Diego Acquisto

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