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Home » Comuni » Ospedali di Canicattì e Licata: il Cimo “Si potenzino i punti nascita”

Ospedali di Canicattì e Licata: il Cimo “Si potenzino i punti nascita”

9 Giugno 2018
in Comuni, Canicattì, Licata, Sanità, Top
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CANICATTI’. «Sia potenziato il personale dei Punti nascita di Licata e Canicattì». È l’appello lanciato dal Cimo Agrigento con una nota a firma del segretario aziendale Rosetta Vaccaro e rivolta ai vertici dell’Asp e all’assessorato alla Salute.

Il sindacato dei medici sottolinea che«nonostante le reiterate note, nel mese di marzo il punto nascita di Licata è stato aperto senza adeguato personale, assicurando approssimativamente a tutt’oggi le guardie con personale sottratto al bisogno da altre unità operative di ostetricia e di pediatria. Ciò è stato organizzato prevalentemente con il personale del presidio di Canicattì, in regime di prestazione aggiuntive, con un dispendio economico non indifferente, come si può evincere dalle delibere di liquidazioni e con aggravio di stress al personale».

«Il ricorso alle prestazioni aggiuntive si utilizza secondo normativa “solo in regime di urgenza” e non per la semplice gestione ordinaria di un reparto, dal Cimo aggiungono. Inoltre il punto nascita di Canicattì è stato classificato di 1° livello e per esso è previsto un adeguamento strutturale, funzionale , tecnologico e in particolare di risorse umane. Bisogna sottolineare che a tutt’oggi, nonostante i vari solleciti alla Direzione Strategica Aziendale, nulla è stato fatto».

Dal sindacato sottolineano: «Nell’unità operativa complessa di Ostetricia di Canicattì la media annua delle nascite è di 700 individui. Il punto nascita attualmente è sotto organico e la tipologia dei pazienti richiede la presenza di specialisti H24 e più precisamente di un pediatra e di un ginecologo. Inoltre c’è l’esiguo numero di Dirigenti in organico con tali specialità, che debbono altresì sopperire ai turni in prestazione aggiuntive a Licata». Da qui la richiesta di adeguare le dotazioni organiche sia di Licata che di Canicattì, «per non depauperare le già esigue risorse in un reparto funzionante a regime, con conseguente abbassamento dei livelli di sicurezza, della qualità delle prestazioni ed aumentando il rischio clinico di entrambi i punti nascita».

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