Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere i quattro arrestati dell’operazione dei carabinieri che, la notte del 15 marzo scorso, ha sgominato un presunto giro di spaccio di cocaina, e hashish, nel centro di Favara. Sei complessivamente gli indagati, quattro dei quali, raggiunti dall’ordinanza di custodia cautelare, agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Agrigento, Alessandra Vella, su richiesta del sostituto procuratore Paola Vetro.
Gli indagati finiti ai domiciliari sono i fratelli Giuseppe e Rosario Papia, rispettivamente di 63 e 60 anni, di Favara (gestori del circolo ricreativo, ritenuto la centrale dello spaccio), Calogero Salvaggio, 51 anni, di Cattolica Eraclea, e Rosario Saieva, 60 anni, di Favara. Gli altri due indagati, a piede libero, sono un uomo, e una donna, entrambi di Agrigento. Secondo l’accusa, i quattro arrestati si occupavano di smerciare droga a Favara, mentre la coppia, di rifornire di cocaina, il quartiere del Villaggio Mosè.
Le indagini condotte dai carabinieri della Tenenza di Favara, e della Compagnia di Agrigento, portate avanti dall’ottobre 2019, al luglio del 2020, hanno permesso di documentare oltre cento episodi di spaccio di stupefacenti, anche nel periodo del lockdown, per l’emergenza Covid. Uno degli attuali indagati spacciava anche all’interno della propria abitazione, dove si trovava agli arresti domiciliari
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