Diventa definitiva la condanna a 30 anni di carcere nei confronti di Luigi Cassaro, 51 anni, di Licata, riconosciuto responsabile di avere ammazzato con un revolver, il 23 agosto del 2017, Francesco Calcagno, 58 anni, all’interno della sua casa di campagna di Palagonia, nel Catanese. La Cassazione ha confermato la sentenza emessa, l’anno scorso, dai giudici della Corte di Appello di Catania, la stessa pronunciata dal Gup del Tribunale di Caltagirone, Maria Ivana Cardillo.
La scelta del giudizio abbreviato in primo grado, chiesto dal difensore, l’avvocato Calogero Meli, gli ha evitato, in considerazione della riduzione di un terzo prevista dal rito alternativo, la condanna all’ergastolo. Anche se nei primi due gradi di giudizio, e infine in Cassazione, comunque, non hanno consentito di mettere a fuoco il movente dell’omicidio.
Era la mattina del 23 agosto del 2017, quando Calcagno venne freddato nel suo podere di contrada “Nunziata”. A sparargli il licatese. A tradirlo, fra le altre cose, è stato un video. Il delitto e’ stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza dell’abitazione della vittima.
Dalle immagini si vede un uomo, che arriva e spara a Calcagno (quest’ultimo non viene ripreso mai dalle telecamere) a pochi metri da un cane, che resta impassibile davanti alla scena. All’omicida e’ caduto anche il berretto che indossava, e nell’indumento trovata una traccia di sudore proprio di Cassaro.
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