Agrigento verso le Comunali: il sondaggio di Controcorrente tra fiducia personale e forza delle coalizioni
Il sondaggio che sta animando il dibattito politico siciliano – realizzato dal movimento Controcorrente – restituisce una fotografia interessante e tutt’altro che banale degli equilibri regionali. Una fotografia che, letta oltre i confini di Palazzo d’Orléans, offre chiavi di lettura preziose anche in vista delle elezioni amministrative di primavera, quando Agrigento rinnoverà sindaco e Consiglio comunale.
Il dato più evidente riguarda Ismaele La Vardera, che emerge come leader con il più alto livello di fiducia personale. Un consenso trasversale, che intercetta elettori giovani, indecisi e lontani dai partiti tradizionali. Ma il sondaggio chiarisce anche un altro aspetto centrale: la fiducia personale non coincide automaticamente con la forza elettorale.
Nel confronto tra schieramenti, infatti, il centrodestra nel suo complesso resta politicamente più solido, con Forza Italia e Fratelli d’Italia che tengono il campo e con Renato Schifani ancora avanti nei confronti diretti. Un centrodestra meno “emotivo”, ma più strutturato e riconoscibile, capace di fare sistema anche in una fase di consenso non travolgente.
Un equilibrio che ad Agrigento assume un peso specifico rilevante. La città arriva alle Comunali in un clima segnato da stanchezza amministrativa, frammentazione politica e crescente disaffezione, ma anche da una domanda chiara di credibilità e governo, più che di sola protesta. Ed è esattamente qui che il sondaggio di Controcorrente diventa una lente utile.
Il messaggio che emerge è duplice. Da un lato, chi intercetta il malcontento ha spazio, soprattutto se parla un linguaggio diretto e rompe gli schemi. Dall’altro, senza una coalizione solida, una proposta amministrativa credibile e una squadra riconoscibile, il consenso rischia di restare volatile. Un tema che ad Agrigento riguarda da vicino liste civiche, candidature “esterne” ai partiti e possibili coalizioni ibride, destinate a giocarsi tutto tra primo turno e ballottaggio.
Il dato su Schifani, che resta competitivo pur senza entusiasmi, segnala inoltre un elettorato che continua a premiare stabilità, esperienza e riconoscibilità istituzionale. Un segnale che, sul piano locale, potrebbe favorire candidati capaci di rappresentare continuità amministrativa senza immobilismo, piuttosto che operazioni puramente identitarie o di rottura.
In sintesi, il sondaggio di Controcorrente lancia un avvertimento chiaro anche ad Agrigento: le elezioni non si vincono solo con il gradimento personale, ma con alleanze, progetto e capacità di governo. La primavera elettorale dirà se la città saprà trasformare il malcontento in una proposta solida o se prevarrà, ancora una volta, la frammentazione.
E poi c’è un elemento che in Sicilia pesa più che altrove e che nessun grafico riesce davvero a misurare: l’umore. I sondaggi, da queste parti, sono spesso figli del malpancismo quotidiano, di una percezione che cambia con una velocità disarmante. Oggi premiano, domani bocciano. A volte basta poco: un saluto mancato per strada, una promessa rimasta sospesa, una risposta non arrivata al momento giusto.
Altre volte entrano in gioco dinamiche ancora più note: interessi personali, tornaconti, aspettative individuali, piccoli e grandi calcoli che nulla hanno a che vedere con i programmi o con la visione amministrativa di una città. È una variabile tutta locale, ma tremendamente concreta, che rende instabile qualsiasi fotografia scattata troppo in anticipo.
Per questo, affidarsi ciecamente ai sondaggi, l’esperienza politica insegna, è quasi sempre stato un suicidio politico. Servono a orientarsi, non a decidere. Raccontano un momento, non un destino. E ad Agrigento, come nel resto della Sicilia, la partita vera si gioca sul campo, nelle relazioni, nella credibilità quotidiana e nella capacità di tenere insieme consenso e governo. Tutto il resto è rumore di fondo.
Il sondaggio è stato realizzato dal movimento Controcorrente e pubblicato dal quotidiano La Sicilia.
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