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Home » evidenza » Natale 2025, l’Arcivescovo Damiano: “La luce splende nelle tenebre”

Natale 2025, l’Arcivescovo Damiano: “La luce splende nelle tenebre”

20 Dicembre 2025
in evidenza, Chiesa
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Messaggio di Auguri per il Natale 2025

Arcivescovo di Agrigento – Alessandro Damiano

«È un’ora buia. Questa è un’ora buia, Madre. E in questa ora buia ci immergiamo nei tuoi occhi luminosi e ci affidiamo al tuo cuore».
Con queste parole Papa Francesco iniziava, il 27 ottobre 2023, la preghiera per la pace nelle terre. Un’ora buia che si prolunga fino a questo Natale di Gesù – il Risorto – che ci apprestiamo a vivere.

«Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse» (cfr. Is 9,1-6).
Non c’è buio che non possa essere squarciato dalla luce: nessuna notte della storia è destinata a restare tale e nessuna persona che la attraversa è condannata per sempre a vagare alla cieca. Le incertezze e le contraddizioni che segnano i nostri cammini possono e devono venire alla luce, perché la luce le trasfiguri e le trasformi in occasioni di salvezza e di riscatto.

«Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo», ascoltiamo all’inizio del Vangelo secondo Giovanni. Il Concilio di Nicea, di cui celebriamo i 1700 anni, ci ha consegnato questa certezza, della quale oggi desideriamo riappropriarci: la luce che illumina il mondo ci precede, perché non viene da noi; ci supera, perché non si esaurisce con noi; non si spegne, perché attinge alla fonte stessa della luce; non abbaglia, perché ha il potere di rivelare ed esaltare ciò su cui si posa.
Ma questa luce va alimentata, per mantenerla accesa, perché il rischio di camminare con lampade spente – o destinate a spegnersi – è sempre presente.

Basta guardare ai grandi scenari internazionali per rendersi conto che è notte fonda riguardo alla pace tra le nazioni e alla fraternità tra i popoli. Una oscurità che risulta ancora più stridente proprio in questi giorni, quando la liturgia dell’Avvento ci parla dei tempi messianici con parole di tutt’altro tenore: «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace» (cfr. Is 9,1-6).

E senza andare lontano, basta aprire una finestra sui piccoli mondi delle nostre città e delle nostre case per accorgerci che è notte inoltrata anche a causa delle tante povertà e ferite, antiche e nuove, che non risparmiano nessuno.

Mentre tante lampade continuano a spegnersi, tra menti sempre più confuse e coscienze sempre più disorientate, vocazioni sempre più fragili e doveri sempre più traditi, il Signore ci riconsegna l’arte del servizio alla luce, per noi stessi e per coloro ai quali ci manda: «Voi siete la luce del mondo» (Mt 5,14).

Accogliamola con fiducia ed esercitiamola con impegno. Ne raccoglieremo certamente i frutti, anche se essi richiederanno tempi lunghi di crescita e fasi complesse di maturazione. Non preoccupiamoci di elaborare teorie, animare dibattiti, sostenere confronti o difendere posizioni, ma unicamente di continuare ad attingere alla fonte, restare in comunione, farci carico e prenderci cura.

E il Signore, che continua a venire per rendere piena e definitiva la sua promessa di fedeltà, farà tutto il resto, conducendoci Lui stesso alla sorgente della vita, alla cui luce vedremo la luce (cfr. Sal 36,10).

Il mio augurio natalizio è questo: siate portatori di Luce.

«La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta»
(cfr. Gv 1,1-18)

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