LICATA. Si sono svolti ieri, a distanza di un mese dal decesso, nella chiesa Madre di Licata, i funerali di Salvatore Mugnos, 52 anni, operaio licatese morto a causa di una banale calcolosi renale e quindi per un presunto caso di malasanità attualmente al vaglio della magistratura.
Centinaia le persone che si sono strette attorno alla famiglia Mugnos, alla moglie Grazia Zarbo e dei due figli Davide e Luca. Per circa due ore il corso principale è rimasto off limits per permettere ai tanti amici e conoscenti di portare un saluto e dare un abbraccio ai familiari.
Lunedì scorso, presso la sala mortuaria dell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento è stata eseguita l’autopsia sul cadavere dell’uomo, disposta dalla Procura della Repubblica di Agrigento, che ha aperto una inchiesta per verificare se ci sono responsabilità dei medici e del personale sanitario che ha avuto il paziente in cura. L’esame autoptico per fugare ogni dubbio è stato eseguito dal medico incaricato, il dottor Angelo Montana del dipartimento di medicina legale dell’università di Catania. Il cadavere dell’uomo si trovava all’obitorio del nosocomio di contrada Consolida dal giorno del decesso. Per la sua morte sono 20 le persone indagate dal sostituto Procuratore della Repubblica, presso il tribunale di Agrigento, Paola Vetro che ha disposto la notifica degli atti ai medici ed agli infermieri in servizio negli ospedali di Gela, Licata ed Agrigento che hanno avuto in cura l’uomo. Tutti sono accusati di omicidio colposo, in concorso (articoli 110 e 589 del codice penale).
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