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Home » Cronaca » Mafia, sequestrate le società dell’ex collaboratore di giustizia Ignazio Gagliardo

Mafia, sequestrate le società dell’ex collaboratore di giustizia Ignazio Gagliardo

1 Novembre 2024
in Cronaca, dalla provincia, evidenza
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La polizia di Stato di Latina ha eseguito un sequestro preventivo disposto dalla Direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma, riguardante due società che operano nel campo dell’edilizia: la “Professionals at work s.r.l.” e la “Edil Gallo s.r.l.s.”. Il provvedimento segue l’operazione che ha fatto finire in carcere, lo scorso luglio, l’ex collaboratore di giustizia di Racalmuto, Ignazio Gagliardo, accusato di estorsione aggravata. Il sessantenne, da tempo libero e fuori dal programma di protezione, è indagato per una vicenda legata all’aggiudicazione di un immobile all’asta.

L’attività costituisce il seguito dell’esecuzione delle misure cautelari eseguite dagli agenti della Squadra Mobile l’11 luglio scorso per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso, nei confronti di cinque persone collegate in diverso modo, secondo gli investigatori, ad associazioni criminali locali, campane e siciliane.

Proprio analizzando la condizione patrimoniale dell’uomo appartenuto alla mafia agrigentina, gli agenti specializzati della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile, hanno assunto indizi in ordine all’intestazione fittizia aggravato dal metodo mafioso delle due società che attualmente operano nel campo dell’edilizia, con sedi a Roma, avviate attraverso prestanome al fine di poter svolgere lavori in virtù del Superbonus 110%.

L’intestazione fittizia delle società si era resa necessaria per mascherare la condizione dell’effettivo titolare, noto per associazione di tipo mafioso, che gli avrebbe impedito di ottenere i benefici previsti dalla normativa, nonché evitare di incorrere in eventuali sequestri di carattere patrimoniale. È in corso di quantificazione l’effettivo ammontare del patrimonio aziendale.

Gagliardo, braccio destro dell’ex capo provincia di Cosa nostra Maurizio Di Gati, nei primi anni Novanta dopo essere sfuggito alla cattura nella maxi operazione “Akragas”, si rifugiò in Sudafrica e si diede alla latitanza salvo poi rientrare, dopo 8 anni, per fare curare in Italia la moglie ammalata e collaborare con la giustizia.

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Tags: collaboratoreGiustiziamafiaSocietà
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