Dieci condanne per un totale di oltre ottant’anni di carcere sono state decise al processo con lo stralcio abbreviato, scaturito dalla maxi inchiesta “Condor”, l’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento e dai loro colleghi del Ros, che ha fatto luce sulla riorganizzazione di Cosa nostra e Stidda nella parte orientale della provincia di Agrigento. Il Gup del Tribunale di Palermo, Ivana Vassallo, ha inflitto 20 anni di reclusione a Giuseppe Chiazza, 51 anni, di Canicattì e 10 anni, 2 mesi e 20 giorni a Nicola Ribisi, 43 anni, di Palma di Montechiaro, ritenuto il nuovo capo della famiglia del suo paese. Il pubblico ministero Claudio Camilleri aveva proposto per entrambi la condanna a venti anni di carcere.
Le altre condanne: 10 anni e 4 mesi di reclusione a Domenico Lombardo, 31 anni, di Favara; 9 anni, 10 mesi e 15 giorni a Giuseppe Sicilia, 43 anni, di Favara; 7 anni e 8 mesi a Luigi Pitruzzella, 35 anni, di Agrigento; 6 anni e 8 mesi a Baldo Carapezza, 27 anni di Palma di Montechiaro; 5 anni a Rosario Patti, 59 anni, di Palma di Montechiaro; 4 anni, 2 mesi e 20 giorni a Francesco Centineo, 38 anni, di Agrigento; 3 anni, 6 mesi e 20 giorni a Luigi Montana, 40 anni di Ravanusa e 2 anni e 8 mesi a Ignazio Sicilia, 48 anni, di Favara fratello di Giuseppe. Tutti quanti sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere di tipo mafioso finalizzata al traffico di droga, estorsioni ai danni di imprenditori e danneggiamenti a mezzo incendio.
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