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Home » Mafia » Mafia, il boss Falsone torna a chiedere revoca del 41 bis

Mafia, il boss Falsone torna a chiedere revoca del 41 bis

12 Novembre 2020
in Mafia, Cronaca, dalla provincia, evidenza
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E’ stato fissato per il prossimo 7 gennaio 2021 l’udienza per la trattazione del ricorso avanzato dagli avvocati Angela Porcello, e Maria Brucale, contro la decisione di prorogare di altri due anni il 41bis (carcere duro) nei confronti del boss campobellese Giuseppe Falsone, ex capo della mafia agrigentina. La difesa ha impugnato la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Roma che nel luglio scorso aveva disposto l’allungamento del regime del 41bis per il boss per altri due anni.
I difensori hanno presentato ricorso alla Corte Suprema, ritenendo non condivisibili le considerazioni per l’ulteriore prolungamento di detto regime carcerario speciale, sostenendo in merito: “il cambio degli equilibri criminali nella zona di appartenenza di Falsone, l’avvenuto cambio di vertice in provincia di Agrigento, il mancato coinvolgimento dello stesso nelle recenti operazioni di polizia e giudiziarie, che hanno interessato la provincia di Agrigento, nessun elemento di comunicazione con l’esterno, l’allontanamento del nucleo familiare di Falsone dal contesto siciliano, la reclusione da dieci anni, preceduta da un lungo tempo di vita all’estero lontano”.
Il boss campobellese è attualmente detenuto, al 41 bis, al carcere di Novara, dove sta scontando l’ergastolo. Il Tribunale che ha rigettato il reclamo, ritiene concreto il pericolo per l’ordine e la sicurezza che con lo stesso si intende prevenire. E ha rilevato che “Falsone è sempre rappresentante provinciale di Cosa Nostra in provincia di Agrigento, che non è mutato il suo ruolo apicale, avendo soppiantato il Di Gati; appartiene ad una famiglia dedita agli illeciti; l’associazione e particolarmente operante in provincia di Agrigento come dai provvedimento di fermo emessi; il comportamento intramurario del detenuto non è corretto in merito alla corrispondenza per avere curato l’azienda di famiglia agricola e dedita al bestiame, pertanto oggetto di sequestro; la compagine criminale arrestata con le due ultime operazioni sono a lui vicini anagraficamente, poiché nato nel 1970”.

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