L’imprenditore di gelati Calogero Saito, 65 anni, è stato ammazzato con dieci colpi di pistola, che l’hanno raggiunto alla testa, e ad un braccio. I primi punti fermi sull’omicidio sono emersi dall’autopsia svolta dal medico legale Cataldo Raffino, incaricato dal pubblico ministero Maria Barbara Grazia Cifalinò, titolare del fascicolo d’inchiesta. Il palmese è stato freddato all’interno della sua auto, lo scorso 10 febbraio in piazza Provenzani, a Palma di Montechiaro, dal 44enne Angelo Incardona, che ha confessato l’omicidio ai carabinieri della Compagnia di Agrigento, dove si è costituito.
L’omicida ha detto di essere vicino alla famiglia dei “paracchi”, una sorta di clan alternativo a Cosa nostra e Stidda, e di avere sparato a Saito, dopo avere ricevuto un gesto minaccioso, nell’ambito di una faida fra cosche mafiose. Un movente che non convince il pubblico ministero. Il palmese, poi, ha raccontato di avere sparato contro i suoi genitori, perché andavano dicendo che era sul punto di pentirsi.
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