LICATA. Anche il mese di aprile fa registrare nuovi casi di abusivismo edilizio a Licata. Sono due le ingiunzioni di demolizione firmate dai tecnici del dipartimento Urbanistica negli ultimi giorni. Così come previsto dalla legge i destinatari avranno 90 giorni di tempo per demolire gli abusi, pena l’acquisizione dei loro edifici al patrimonio del Comune. Le ruspe in azione dal 2016 per demolire gli immobili realizzati abusivamente non sembrano quindi essere un deterrente per i licatesi che continuano ad edificare senza la prescritta o in difformità con quanto autorizzato dal competente ufficio tecnico comunale.
E così il cemento “selvaggio” avanza. Ma il fenomeno non sfugge alla polizia municipale che ha messo in campo una squadra antiabusivismo che ogni giorno controlla il territorio da cima a fondo. I risultati non mancano. Nel mese di marzo si era registrato un record di ordinanze di demolizione: il numero delle persone denunciate perchè sorprese, secondo la polizia municipale, a costruire in assenza di concessione edilizia era arrivato a 14. Secondo il report di Vigili Urbani ed Urbanistica all’albo pretorio on line del Comune, sono ben 14 i licatesi segnalati ai magistrati della procura della Repubblica di Agrigento, lo scorso mese di marzo, per violazioni della legge sull’edilizia. Nel mese di febbraio, gli agenti della municipale, agli ordini del comandante Giuseppe Ferraro, avevano denunciato a piede libero quattro persone per abusivismo edilizio.
Le notizie sui controlli sono pubblicate all’albo pretorio on line assieme al report mensile dell’attività di contrasto all’abusivismo edilizio. Fenomeno che non accenna a diminuire, dunque, a Licata nonostante la lotta serrata all’abusivismo con le ruspe che hanno finora demolito 150 dei 219 immobili realizzati senza concessione a ridosso della battigia. Nonostante il pugno duro della Procura della Repubblica di Agrigento e del Comune che dopo anni di silenzio hanno dato inizio al programma di demolizioni, a Licata c’è dunque ancora chi continua a costruire in assenza di concessione edilizia o in difformità rispetto al permesso di costruire ottenuto dal Comune. La prassi è questa: gli agenti della Polizia Municipale rilevano gli abusi e trasmettono gli atti all’Urbanistica. I tecnici comunali, rilevato che gli immobili non possono essere sanati, possono disporre la demolizione. Per ottemperare all’ingiunzione i proprietari dello stabile in questione hanno 90 giorni di tempo. Nel 2017 le ordinanze di demolizione firmate dall’Urbanistica erano state una cinquantina circa.
Ma c’è anche chi costruisce in regola. Negli ultimi giorni il Comune ha rilasciato otto concessioni edilizie.
Sul fronte delle ruspe, negli ultimi giorni l’impresa che ha vinto l’appalto ha attivato il cantiere per demolire due villini al Pisciotto, località balneare tra Licata e Palma. Si tratta di due unità al piano terreno che rientrano tra quelli per i quali è stata ordinata la demolizione, perché realizzati, senza autorizzazione e senza licenza edilizia, nella zona col divieto più assoluto di edificare, entro la fascia dei 150 metri dalla battigia. Prima ancora era stato eseguito un intervento di demolizione in un’altra zona balneare licatese, in contrada Torre San Nicola. Qui è stato buttato giù dalle ruspe un villino al pian terreno. E’ stata l’impresa edile, la Costruendo di Messina (che si è aggiudicata una gara, sempre indetta dal Comune di Licata per la demolizione di abusi minori, vale a dire verande, tetti, porte o finestre realizzate senza concessione edilizia o in difformità rispetto a quanto autorizzato dall’ufficio tecnico) a proseguire l’opera della prima ora della ditta Patriarca di Comiso che ha esaurito la dotazione finanziaria dell’appalto assegnato nel 2015. E nei prossimi giorni entreranno in azione, le ruspe della terza impresa: il Consorzio stabile “Conpat” di Roma che ha vinto la relativa gara d’appalto per eseguire le demolizioni di una ottantina di fabbricati.
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