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L’e-commerce in Italia: gli 8 settori al top della classifica

26 Luglio 2018
in Magazine
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L’e-commerce in Italia: gli 8 settori al top della classifica

La vendita online è in crescita esponenziale: basti pensare che, secondo il rapporto stilato dalla Casaleggio Associati, solo nel 2017 ben 1,79 miliardi di utenti hanno fatto acquisti su Internet. Le abitudini delle persone stanno cambiando, nel mondo ma anche nel nostro Paese, grazie all’avvento sul mercato di colossi nati esclusivamente come venditori online. Secondo gli ultimi dati di WeAreSocial relativi al 2018 la spesa media globale per utente è stata di 833 dollari. Il paese in cui si è riscontrata la spesa più significativa è il Regno Unito, che raggiunge la quota di 2.062 dollari per utente. In seconda posizione ci sono gli USA, con una spesa media per utente pari a 1.819 dollari all’anno. In questa classifica l’Italia si trova leggermente sotto rispetto alla media globale, con una spesa di 738 dollari per ciascun utente, davanti a Spagna e Portogallo. Chiudono la classifica le Filippine, con una spesa di 37 dollari per utente.

Come si posiziona l’Italia nell’e-commerce?

Nonostante il nostro Paese sia inizialmente rimasto defilato a livello digitale, gli ultimi anni hanno visto un cambio di rotta sempre più rapido. Secondo l’ultimo rapporto Assintel, l’associazione nazionale delle imprese Ict di Confcommercio, lo shopping online è cresciuto annualmente di circa il 20%, per un giro d’affari pari a quasi 20 miliardi di Euro. In Italia 43 milioni di persone accedono a Internet, che tradotto in percentuale si aggira attorno a circa l’89,9% della popolazione totale. Questo dato ci fa capire come sia in atto un grande cambiamento nelle modalità di acquisto degli italiani, non è un caso che molte attività commerciali fisiche oggi si trovino in una situazione di sofferenza e spesso siano costrette a chiudere. Per questo motivo è essenziale essere presenti su Internet e valutare di realizzare un e-commerce sia per aumentare il proprio bacino di utenti potenziali che per rimanere al passo con il mondo digitale. L’ulteriore passaggio ormai obbligato sarà l’e-commerce mobile, visto che i clienti sono sempre più abituati a consultare i siti direttamente da smartphone.

 

I settori on line in cima alla classifica

Negli ultimi cinque anni, il settore dell’online che è cresciuto in modo esponenziale in Italia e Olanda è quello elettronico, con una previsione di crescita fino al 2021 del 14%. Tra i più importanti rivenditori troviamo Amazon, che nel 2017 ha registrato un aumento del proprio fatturato del 42,8%, fino a raggiungere i 51 miliardi. Dietro ad Amazon c’è un altro grande brand mondiale degli e-commerce, Alibaba. Il suo utile netto annuale tra il 2017 e il 2018 ha registrato un aumento del 58%, fatturando 39,898 miliardi di dollari, permettendo al suo fondatore Jack Ma di entrare nella classifica sopra citata, anche se solo al ventesimo posto. Sempre secondo i dati della Casaleggio Associati il secondo settore più florido oggi è quello dei viaggi, che insieme a quello dell’intattenimento rappresentano il 70,4% degli acquisti su e-commerce, per un fatturato totale di 35,1 miliardi di euro solo nel 2017. Da Booking a Trivago per le prenotazioni prenotazioni di alloggi a e e-dreams per l’acquisto di voli e pacchetti viaggio, il turismo non sembra conoscere crisi.

L’ascesa dell’intrattenimento e della cura della persona

Parlando d’intrattenimento, l’attività ludica su internet e in particolare il settore dei casino online colloca l’Italia come uno dei paesi europei dove il gioco è più diffuso. Il mercato si è fatto presto ricco di alternative e di dimensioni notevoli: solo nel 2017, per dare qualche cifra, gli italiani hanno speso oltre cento miliardi di euro in giochi on line. Il mercato è stato di certo favorito dalla lungimiranza di gruppi come Betway Casino, tra i primi ad ottenere la licenza AAMS necessaria per operare nel Belpaese, e che ha dunque approfittato di un mercato ricco di potenziale e con, almeno all’inizio, poca competizione. Tra il terzo e quinto posto troviamo il settore di moda, salute, bellezza e alimentare, che nel 2017 ha chiuso con un fatturato in rialzo dal 24% al 39% con Groupon, Ebay e Zalando davanti a tutti. Al sesto posto si posiziona il settore giochi, hobby e divertimento che registra una spesa totale pari a circa 2,706 miliardi, inseguito in settima posizione da quello dei mobili e complementi d’arredo con un +14% pari a circa 2,433 miliardi di dollari. Infine al settimo e all’ottavo posto troviamo il mondo dei videogiochi con 0,816 miliardi e la musica digitale che ha fatturato 0,103 miliardi, con un +9% rispetto all’anno precedente.

 

Riflessioni finali

Nonostante in Italia non si sia ancora radicata una sufficiente cultura della digitalizzazione, stiamo assistendo ad una costante crescita degli acquisti online trainati dal settore dell’elettronica, del turismo, della moda e della cura della persona. Oggi più che in passato si rende indispensabile sviluppare le competenze delle imprese a livello di cultura digitale, migliorando anche il servizio di assistenza al consumatore finale che spesso, si trova ancora spaesato nel web. Ricordiamoci che alla guida del mercato digitale italiano ci sono i consumatori abituali, quelli fanno un acquisto almeno una volta al mese, seguiti dagli intensivi, che comprano anche più volte alla settimana e infine gli sporadici, che acquistano una volta ogni tre mesi o anche meno. Sulla base di questi numeri, la percentuale di chi esegue almeno un acquisto al mese è di circa il 78%. Questa segmentazione ci mostra che un e-consumer italiano su due compra almeno una volta al mese, una tendenza che sembra quindi positiva, con enormi margini di miglioramento nonostante le criticità, che possono però essere superate trasformandosi in solide opportunità.

D’altra parte è ormai chiaro che il futuro dell’acquisto e dello shopping sarà sicuramente l’online e che gli imprenditori di un’azienda italiana per assicurarsi la loro fetta di mercato e per stare al passo con i tempi dovranno adeguarsi internamente creando un e-commerce concorrenziale.

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